Pacchi bomba a Roma, gli inquirenti: “Potrebbero essercene altri”

Possibili altri pacchi bomba a Roma. A dichiararlo sono stati gli inquirenti che non hanno escluso la circolazione di altri.

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Dopo i pacchi bomba a Roma esplosi domenica e lunedì scattano le ipotesi: preparati da qualcuno che voleva ferire non uccidere.

Possibili altri pacchi bomba

Di pacchi bomba a Roma potrebbero essercene altri. Francesco Caporale, procuratore, durante il vertice di questa mattina,  con gli altri investigatori della Digos e Ros e insieme a Francesco Dall’Oglio, pm, e il dirigente della polizia postale del Lazio, hanno fatto questa constatazione. Domenica e lunedì scorsi sono stati esplosi tre pacchi che hanno ferito tre donne. Starà al personale delle Poste il compito di avere maggiore attenzione ai pacchi in arrivo. Essi, inoltre, dovranno segnalare ogni caso sospetto. In particolare, l’attenzione dovrà essere ai massimi livelli nel centro di smistamento di Fiumicino dove domenica è avvenuta una delle esplosioni.

Obiettivo dei pacchi: ferire e non uccidere

Le tre donne ferite tra domenica e lunedì hanno riportato delle lesioni che hanno richiesto delle prognosi dai dieci ai trenta giorni. La natura dei pacchi sarebbe di tipo anarchico e terroristico, in particolare, antimilitaristico. Le tre vittime non sarebbero correlate all’accaduto. Una delle destinatarie è una dipendente in pensione dell’università di Tor Vergata. L’ateneo aveva stipulato un accordo con l’Aeronautica Militare. La seconda destinataria è una biotecnologa dell’Università del Sacro Cuore di Roma. Università che ha stipulato anch’essa un accordo, questa volta con il Comando di Reazione Rapida della NATO in Italia. La terza donna a cui era destinato il terzo pacco era un’impiegata dell’Inail e sembra scollegata dalle altre due.

In ogni caso, l’obbiettivo di chi ha preparato i pacchi, sostengono gli inquirenti, era soltanto quello di ferire. Una persona esperta che forse ha voluto rendersi protagonista di un mero atto dimostrativo.

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