Aironi, genitori in guerra a Cremona: “Non li vogliamo a scuola vicino ai bambini”

In una scuola di Cremona dei genitori non vogliono gli aironi nel giardino della scuola, perché sarebbero antigienici e pericolosi per i bambini

Aironi, genitori in guerra a Cremona: "Non li vogliamo a scuola vicino ai bambini"
Aironi, genitori in guerra a Cremona: “Non li vogliamo a scuola vicino ai bambini”

In un comune della provincia di Cremona chiamato Pozzaglio ed Uniti, sono contro le decisioni del sindaco. Il primo cittadino del piccolo Comune lombardo ha deciso di prendersi cura di alcuni aironi e dice d’avere le mani legate:

“Non vogliamo tagliare gli alberi, vogliamo lasciare gli animali dove sono, ma mancano i fondi per trovare una soluzione.”

Cosa succede nella scuola di Cremona?

A Pozzaglio e Unitisono purtroppo considerate un problema le garzette bianche, una delle otto specie degli aironi. Si tratta di più di cento esemplari che hanno deciso di nidificare e costruire i loro rifugi sopra alcuni alberi che crescono nel giardino della scuola elementare e media di Brazzuoli. I genitori degli alunni di questo istituto però non sono contenti di questa situazione, al contrario vorrebbero che questi volatili venissero allontanati perché li ritengono un pericolo dal punto di vista igienico – sanitario.

Hanno raccontato alle pagine del Corriere della Sera che ci sono troppi aironi, dai nidi cadono le uova ed ovviamente, esiste

“anche il rischio che i nostri figli entrino in contatto con gli escrementi”.

Il problema ha una soluzione difficile, soprattutto perché questi uccelli sono protetti sono una specie protetta dall’unione europea.

Questa è la ragione prevalente per cui il sindaco non può toccare in alcun modo questi volatili. Il sindaco Biondo Caruccio ha ribadito più volte di non voler tagliare gli alberi, e ha detto che

ma, nello stesso tempo, vogliamo arredare un’area adiacente alla scuola, in modo che i bambini possano comunque uscire all’esterno”

Per risolvere questo problema, servono fondi di cui il comune è completamente sprovvisto, per questo il sindaco sta pensando di rivolgersi alla Fondazione Cariplo o alla Regione Lombardia.

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