Vicenza, l’appello del bambino rimandato in Bangladesh dal papà perché troppo occidentalizzato

A Vicenza la storia di un 12enne bengalese, rispedito a casa perché si era avvicinato troppo alla cultura occidentale

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L’ultimo messaggio del bambino di Vicenza, prima di salire su un aereo per il Bangladesh: “Aiutami”.

La storia di Dawun

Si era occidentalizzato troppo. Dopo un inizio difficile, Dawun, 12enne bengalese, aveva superato tutti i suoi compagni, diventando il primo della classe.

Nato e cresciuto a Vicenza, il bambino ha dovuto dire addio alle sue abitudini per tornare in Bangladesh, paese d’origine di suo padre, che non accettava la sua spiccata predisposizione alla cultura occidentale.

Il papà lo ha messo su un aereo insieme alla mamma e ai suoi fratelli e lo ha rispedito nel suo Paese, per allontanarlo da una cultura agli antipodi con la sua.

Un vicino di casa lo ha aiutato con la lettura e così Dawun si è appassionato ai grandi classici. Poi, è diventato un campione di scacchi e ha sbaragliato tutti nelle partite al circolo di Vicenza.

Il ritorno in Bangladesh

Il papà di Dawun non ha mai visto di buon occhio le abitudini che il bambino aveva preso: i giochi, la lettura e i compiti a scuola e così si è deciso a prenotare un volo per il piccolo, la moglie e gli altri 2 figli.

L’uomo ha parlato di un bambino rovinato dalle abitudini e dalla cultura occidentale. Il piccolo, a quanto pare, avrebbe messo in dubbio l’esistenza di Allah e così il padre ha deciso di porre fine a quella “contaminazione pericolosa”.

Il vicino di casa, che lo aveva preso sotto la sua ala protettrice, si dice molto preoccupato. Sul suo telefono l’ultimo messaggio del dodicenne e una chiara richiesta:

“Aiutami, mi hanno detto che mi portavano dal medico e invece mi stanno portando in Bangladesh”.

Dopo quel messaggio, di Dawun non ha avuto più notizie.

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