Ponte Morandi, emergono le motivazioni del Riesame: “Ricopiavano i dati precedenti”

Nuove verità emergerebbero sulla caduta del Ponte Morandi. Il dipendente Spea ha affermato che gli sarebbe stato negato di entrare nei cassoni.

ponte morandi

Sul Ponte Morandi e su altri due viadotti si sono espressi anche gli Ispettori: “Ricopiavano i dati precedenti”.

Ponte Morandi: il riesame ha accolto il ricorso

Non si chiude il capitolo circa il crollo del Ponte Morandi. La Procura di Genova aveva fatto un ricorso ed oggi il Riesame lo ha accolto. Erano stati interdetti 10 tecnici Spea, una controllata di Autostrade. Erano emersi dei report fasulli che erano serviti a fornire una coperture finta. I giudici hanno scritto così:

“una posticcia copertura a gravissime inerzie, fonte di potenziali, rilevantissimi, pericoli per la sicurezza dei trasporti e la incolumità pubblica”.

La società gemella di autostrade si occupava di realizzare i controlli. La stessa ha emesso un’istruzione tecnica che prevedeva che ai dipendenti venisse vietato l’accesso ad alcuni cassoni dell’impalcato del viadotto Polcevera.
Questo è quanto si evince dalle motivazioni del tribunale del Riesame. Praticamente, significa che i controlli sul Ponte Morandi, il cui crollo provocò 43 morti, furono esclusi da Spea tramite prescrizioni specifiche.

Dei falsi estremamente pericolosi

Gli investigatori hanno interrogato degli ispettori che hanno semplicemente ammesso di aver riportato dati provenienti da relazioni precedenti, confermandoli. Dei dati, quindi, semplicemente ricopiati e trascritti che nulla dicevano circa lo stato di “salute” del ponte.

Secondo il riesame si tratta, quindi, di falsi estremamente pericolosi. I giudici hanno affermato che:

“È stata fornita una posticcia copertura a gravissime inerzie, fonte di potenziali, rilevantissimi, pericoli per la sicurezza dei trasporti e la incolumità pubblica”.

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