Omicidio Diabolik, Piscitelli era diventato un boss: nelle sue mani tutta Roma

Ancora ombre sull’omicidio Diabolik. Certo è che Fabrizio Piscitelli era diventato un boss della droga. Nelle sue mani c’era tutta Roma

omicidio diabolik

L’omicidio Diabolik e l’arresto dei narcotrafficanti della capitale. Sgominata la banda di Piscitelli.

Sgominata la banda di Diabolik

C’era anche Diabolik tra gli indagati nella maxi inchiesta “Grande Raccordo criminale” guidata dalla Dda di Roma che ha portato all’arresto di 51 persone tra Lazio, Calabria e Sicilia.

Secondo gli inquirenti della Direzione distrettuale Antimafia, Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, era a capo del gruppo che riforniva le principali piazze di spaccio della capitale – come si evince da Il Messaggero.

L’organizzazione criminale si reggeva sulla popolarità di Diabolik, anche nell’ambiente della ‘ndrangheta. Piscitelli controllava il territorio e si occupava del recupero crediti dai soggetti che acquistavano le partite di droga.

Il boss Diabolik

Si sentiva molto forte Fabrizio Piscitelli, ma non aveva fatto i conti con la debolezza che la sua sfacciataggine poteva celare. In una conversazione intercettata dagli inquirenti, i 2 soci in affari di Piscitelli, Aniello Marotta e Fabrizio Fabietti profetizzano la sua fine, perché ormai era diventato ormai troppo imprudente.

Nella conversazione intercettata, i 2 parlano di Mirashi Anxhelos, un greco per il quale i soci avevano organizzato una spedizione, per convincerlo a saldare un debito di 160mila Euro. Una lezione i cui mittenti non sarebbero dovuti venire alla luce e i cui nomi Piscitelli rivelò ad Anxhelos.

Una rivelazione che avrebbe potuto scatenare una reazione, anche omicida. Il 2 aprile 2018 viene organizzata la spedizione: Fabietti contatta il pugile Kevin per pestare il greco.

Nella documentazione si fa poi riferimento ad un’altra vicenda: la bomba messa il 6 maggio di fronte alla sede degli Irriducibili. Ufficialmente, Piscitelli adduce l’episodio ad una matrice politica. In realtà, Diabolik si rivolge alla malavita capitolina, verso la quale si dice pronto a rispondere al gesto.

Due mesi dopo, Piscitelli sarebbe stato freddato da un colpo alla nuca al Parco degli Acquedotti.

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