Batteri mangia plastica, la soluzione per salvare gli Oceani

A volte l’aiuto contro l’inquinamento arriva da dove non ti aspetti. I batteri mangia plastica, saranno la giusta soluzione?

Batteri mangia plastica
Batteri mangia plastica

Secondo un recente studio esistono dei batteri mangia plastica, usando un meccanismo biologico che può essere sfruttato che ridurre la presenza di questo materiale nel nostro ambiente.

L’aiuto di batteri per eliminare la plastica

I batteri oggetto dello studio sono dei microrganismi marini che sono in grado di agire direttamente sulla plastica che inquina in grandi quantità i nostri mari. Questa scoperta di un gruppo di ricercatori internazionale. Il loro studio è stato recentemente pubblicato sul Journal of Hazardous Materials ed ha analizzato come alcune comunità microbiche si accumulano sulla plastica, arrivando al suo degrado totale.

Questo avviene grazie ad un meccanismo biologico naturale, che potremo utilizzare con lo scopo di migliorare le strategie adottate nella riduzione della da plastica negli oceani.

Il comportamento della plastica

Quando questo materiale arriva nei mari, subisce delle alterazioni a causa di fattori esterni come le radiazioni solari UV, l’abrasione che arriva dalle correnti, le temperature…tutto questo porta alla frammentazione della plastica in microplastiche e nanoplastiche, entrando nella catena alimentare.

Il gruppo guidato Evdokia Syranidou dell’Università di Creta, ha scoperto che questa frammentazione, potrebbe aiutare la biodegradabile operata da questi batteri

“Pertanto, una vasta gamma di organismi può stabilirsi sulla superficie esposta alle intemperie, utilizzandola come substrato e come fonte di carbonio”

Lo studio

Per poter capire questo meccanismo, i ricercatori hanno raccolto campioni di detriti di polietilene, che è il polimero plastico maggiormente utilizzato, insieme al polistirolo, impiegato nell’industria alimentare, in due spiagge della Grecia. Si trattava di piccoli frammenti, nati dopo che i fattori individuati hanno agito su di loro. Questi frammenti sono stati immersi in acqua, aggiungendo due diversi tipi di comunità microbiche. Si trattava d’organismi naturali che vivono in mare e ceppi degli stessi bio ingegnerizzati, che possono vivere nutrendosi di polietilene e polistirolo, viste come una fonte di carbonio.

Dopo 5 mesi i ricercatori hanno recuperato i frammenti , verificando se e come si son modificati. In entrambi i casi si ha avuto una riduzione del peso del polistirolo fino all’11% e del polietilene fino al 7%. I ricercatori spiegano che

“I nostri risultati suggeriscono che le comunità marine hanno la capacità di prosperare in presenza di composti di materie plastiche e di partecipare al loro degrado”

Questo non è il primo esperimento svolto in quest’ambito, studiando le reazioni di questi microrganismi verso la plastica. Uno dei più recenti pubblicato su Science, dimostra che esiste un batterio in grado di degradare e assimilare il Pet il polietilene tereftalato, utilizzato per le bottiglie. Questo batterio è dotato di due speciali enzimi, che utilizzano il PET come cibo per farlo crescere.

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