Congedo paternità, che cos’è e come funziona

Che cos’è il congedo paternità? Ecco come funziona e le novità espresse dal Ministro Bonetti

Congedo paternità
Congedo paternità

 

Il congedo di paternità, dopo essere passato da cinque a sette giorni, verrà presto esteso di ulteriori due giorni.

Ad annunciarlo è stato il ministro Elena Bonetti: la misura, completamente da finanziare rispetto ai cinque giorni del 2019, è da estendere di ulteriori due giorni, passando a 7 giorni.

Ecco le novità a partire dall’anno 2020: la normativa sul congedo paternità per la nascita del figlio è stata modificata con l’entrata in vigore della precedente Legge di Stabilità a favore di ogni neo papà lavoratore dipendente.

Per quanto riguarda i padri lavoratori dipendenti da amministrazioni pubbliche, si dovrà approvare una norma che individui e definisca gli ambiti, le modalità e i tempi di armonizzazione della disciplina.

Che cos’è?

Questo non è altro che un’agevolazione riconosciuta dalla normativa italiana che consente ai neo papà lavoratori dipendenti o dei papà affidatari o adottivi di fruire dell’estensione dal lavoro.

Come si è evoluta questa agevolazione per i neo papà? Fino al 2015 i papà potevano godere solo di 1 giorno di congedo paternità INPS obbligatorio e altri due giorni di congedo facoltativo, alternativo al congedo di maternità della madre.

Nel biennio 2016-2017 la Legge di Stabilità ha incrementato in via sperimentale il congedo papà a 2 giorni (obbligatori) e a 2 giorni quello facoltativo.

Grazie alla Legge di Bilancio 2017, a partire dall’anno 2018 il congedo paternità spetta per quattro giorni con possibilità anche di chiedere un giorno in più.

La Legge di Bilancio 2019 ha aumentato il numero di giorni a 5 ed è stata prorogata anche la possibilità di astenersi dal lavoro un ulteriore giorno in sostituzione della madre.

La nuova Legge di Bilancio 2020 ha esteso a 7 giorni il congedo paternità.

Indennità di congedo papà al lavoratore: chi lo paga?

L’indennità è a carico dell’INPS viene anticipata in busta paga dal datore di lavoro e successivamente recuperata attraverso il conguaglio con i contributi da versare mensilmente all’INPS.

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