Omicidio Sacchi, la verità dietro l’arma del delitto: l’ombra del clan di San Basilio

Ci sono troppi dubbi per l’omicidio Sacchi e ora l’arma del delitto potrebbe nascondere una verità molto scomoda secondo gli inquirenti

Omicidio Sacchi
Omicidio Sacchi

Occhi puntati sull’omicidio Sacchi, dove un ragazzo ha perso la vita e sono tantissime le domande senza una risposta. E l’arma del delitto?

La posizione di Anastasiya

Sarà decisivo l’interrogatorio che verrà fatto alla fidanzata della vittima in veste di testimone. Sino ad ora la sua versione non ha convinto gli inquirenti anche a causa delle parole dei testimoni e dei video delle telecamere di sorveglianza poste nella zona.

Sarà importante la sua versione e i suoi dettagli che emergeranno nelle prossime ore con l’interrogatorio svolto dal Gip che vorrà vederci chiaro. Dallo scorso sabato la ragazza non ha più avuto contatti con i genitori della vittima visto l’argomento delicato e i tanti pezzi del puzzle ancora da mettere insieme.

Del Grosso e Pirino hanno chiesto di poter parlare nuovamente con il Gip, per dare dettagli ancora non cosciuti di come la vicenda si sia svolta con il suo tragico epilogo.

Del Grosso ha permesso il ritrovamento dello zainetto di Anastasiya vuoto, la mazza da baseball d’acciaio – usata anche contro la vittima prima del colpo in testa – e il bossolo.

L’arma del delitto sparita dopo l’omicidio

Gli inquirenti ora vogliono capire dove sia finita la calibro 38 utilizzata quella notte per uccidere il giovane Luca di soli 25 anni. Ma soprattutto, come se la sono procurata? Secondo gli inquirenti una pistola di tale calibro in possesso di un ragazzo incensurato, non sembra essere un caso.

Spunta infatti l’ombra del Clan di San Basilio, che potrebbe aver procurato loro l’arma e nello stesso tempo anche fatta sparire la sera stessa.

Questo potrebbe essere una svolta per quanto accaduto, insieme alla vera dinamica di tutta la tragedia con il ruolo reale di Luca e di tutte le persone coinvolte.

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