Catalogna, nuovi scontri nella notte: sale il bilancio dei feriti

Nuovi scontri nella notte in Catalogna: migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro le condanne dei leader indipendentisti

Catalogna
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Quinta notte di protesta a Barcellona. Decine i feriti e i manifestanti finiti in manette.

Proteste contro le condanne ai leader catalani

Non si ferma l’ondata di protesta contro le condanne ai leader indipendentisti catalani. La pena più pesante inflitta dalla Corte suprema di Madrid è andata a Oriol Junqueras, ex presidente e leader di Esquerra Republicana. Le accuse sono di sedizione e malversazione. Per l’ex presidente del Parlamento, Carme Forcadell, la condanna è di 11 anni. Nove anni, invece, ai leader della società civile indipendentista, Jordi Sànchez e Jordi Cuixart. Ieri mattina, Carles Puigdemont si è consegnato alle autorità belghe. L’ex presidente della Generalitat catalana, per il quale era stato emesso un mandato di cattura internazionale, ha respinto l’ordine di arresto, opponendosi ad ogni tentativo di essere rimandato in Spagna.

Nuovi scontri in Catalogna

È di 89 feriti e 31 arresti il bilancio della quinta notte di proteste e scontri in Catalogna. Migliaia di persone hanno protestato per le vie del centro contro la condanna inflitta ai leader indipendentisti. Focolaio degli scontri è stato il quartier generale della polizia. Le forze dell’ordine hanno utilizzato un camion idrante per aprirsi un varco tra i manifestanti lungo le vie del centro. Diverse cariche da parte degli agenti di polizia, che hanno risposto al lancio di oggetti e sassate da parte dei manifestanti. Gli agenti hanno sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti che avevano eretto barricate.

Due di loro sono stati feriti alla testa da lanci di pietre. Il ministro degli Interni spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, ha condannato  duramente gli scontri:

“Durante questa settimana ci sono stati episodi di violenza da parte di gruppi minoritari, ma ben organizzati. Le loro azioni non resteranno impunite”.

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