Coppia dell’acido, Martina Levato urla dal carcere: “Non lo auguro a nessuno”

La coppia dell’acido è indimenticabile e Martina Levato urla dal carcere augurandosi che a nessuno mai capiti quello che è capitato a lei. Vediamo insieme i dettagli della vicenda

Coppia dell'acido
Coppia dell’acido

Una vicenda sinistra quella della coppia dell’acido, con Boettcher chiuso nel suo silenzio e Martina Levato che invece urla tutto il suo dolore dal carcere.

La morte del Pm Musso

Una delle coppie che ha fatto più discutere ed ha rovinato la vita a due persone, colpendo il loro viso con l’acido per vendetta ora torna alla ribalta non solo per l’intervista a Martina Levato ma anche per la prematura morte del Pm Marcello Musso.

Una notizia triste e inaspettata, per il magistrato titolare della vicenda che è stato investito da un’auto mentre si trovava in sella alla sua bicicletta. L’investitore ha prontamente contattato i soccorsi, ma purtroppo per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

La richiesta di Martina Levato dal carcere

La coppia diabolica viene ricordata per il loro gesto compito con determinazione e premeditazione, contro l’ex compagno di scuola Pietro Barbini e Stefano Savi colpito per uno scambio di persona: entrambi sfregiati al viso in modo permanente.

Non bisogna dimenticare un terzo agguato, fallito, per il fotografo Giuliano Carparelli.

La donna in carcere sta scontando 19 anni e 6 mesi di reclusione, ma ha voluto rilasciare una intervista al TG2 dove ha urlato il suo dolore per un fatto specifico. Prima di tutto si è dichiarata pentita per quello che ha fatto, indotta al gesto da un amore malato senza riuscire a chiedere aiuto.

Secondo poi parla dell’argomento più delicato, ovvero il figlio che le è stato tolto immediatamente dopo il parto:

“non lo auguro a nessuno”

Evidenzia durante l’intervista di aver partorito in una clinica differente da quella designata, per poi essere sedata e svegliata quando il bambino – Achille – non c’era più ed era già stato portato via:

“ho chiesto ai giudici di mantenere un minimo di contatto. IO non l’ho mai abbandonato e non ho mai smesso di lottare per lui”

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