Delitto Macchi, la prova chiave messa in dubbio dall’avvocato: “Non è scritta da Binda”

Il delitto Macchi è sotto la lente di ingrandimento, con la deposizione dell’avvocato che fa a pezzi la prova chiave. Che cosa è successo?

Delitto Macchi
Delitto Macchi

Il delitto Macchi viene stravolto e la prova chiave fatta a pezzi dall’avvocato che dice una verità che sconvolge tutti quanti. Ma chi ha scritto quella lettera?

La prova chiave del delitto Macchi

Questa mattina si è aperto il processo d’Appello per il delitto della povera Lidia, dove Stefano Binda è accusato di omicidio.

Ma quello che ha sconvolto tutti è la deposizione dell’avvocato Piergiorgio Vittorini che da una versione dei fatti molto particolare. La famosa lettera inviata alla famiglia della vittima, sarebbe dovuta essere scritta dal presunto omicida della ragazza – condannato all’ergastolo in primo grado.

La testimonianza dell’avvocato Vittorini

Secondo quanto riportato dall‘avvocato Vittorini, il penalista riferisce che a febbraio del 2017 si è presentato un cliente che sosteneva di aver scritto una “missiva” per protestare di una morte ingiusta:

“non la conoscevo, ma condividiamo lo stesso contesto”

Ora il penalista parla e fa a pezzi tutto quello sino ad ora creduto, in merito alla famosa lettera:

“il segreto mi sta lacerando l’anima…ho famiglia… ho scritto io la lettera alla famiglia”

Un cliente che non si è mai presentato alla polizia in quanto non in grado di fornire un’alibi valido per la sera dell’omicidio:

“ero a milano…ma non ricordo dove”

Una testimonianza che ora potrebbe cambiare il corso delle cose. 

Impostazioni privacy