I giovani scendono in piazza contro l’ignoranza: ” Basta, dovete ascoltarci. Meritiamo un’opportunità”

I ragazzi scendono in piazza per farsi ascoltare. Per loro è troppo facile che tutti se la prendano con l’attuale generazione per i problemi del pianeta

ragazza contro l'ignoranza
I ragazzi in piazza

È troppo facile sentirsi dire che i ragazzi sono dei fannulloni pronti a NON far niente. Ammettiamolo: quante volte abbiamo sentito parlare di “gioventù bruciata” con evidente riferimento all’attuale generazione? Tante, troppe.

I ragazzi non ci stanno più e nascono sempre più associazioni a supporto dei nuovi orizzonti che sono stati oscurati da quelli passati e (ormai) superati: è arrivato il momento di comprendere e di farsi capaci del fatto che i “vecchi” e rinomati talenti di oggi erano i giovani talenti di ieri.

Prima le cose erano diverse, oggi sono molto più difficili

Con una differenza: all’epoca le prospettive di fare carriera e permettersi un lavoro dignitoso erano maggiori, come maggiori erano i responsabili, i direttori e i dirigenti di alto livello professionale ed umano che davano loro una possibilità.

“Bisogna mettersi nei panni di chi, pur avendo una buona istruzione, si sente dire che dovrebbe avere un titolo in più, per poi doversi quindi aggirare nella giungla dei master universitari, tra scuole di specializzazione e dottorati, tra Italia ed esperienze in Paesi stranieri, magari con grandi sacrifici economici, per poter arrivare ad avere a trent’anni quel curriculum perfetto, impeccabile”

Non è giusto far spegnere i sogni

Queste le parole di comitati di ragazzi sempre più influenti sul web e di tante testate che decidono di dare spazio ai giovani e ai loro sogni. Quanto può essere brutto e frustrante che un sogno si spenga al primo sentore di fiammella?

“E poi, cari ministri e giornalisti, le uniche offerte da valutare sono gli stage curriculari e poi quelli post curriculari con un rimborso spese di 400 euro al mese, o lavoretti a tempo determinato di due o tre mesi, con cui non puoi permetterti un’indipendenza, un progetto futuro, una dignità. Il tutto condito con la scusa del -per fare esperienza!-”.

Ma qualcosa si sta cominciando a scuotere e i giovani, nonostante siano sfiniti dalle vane promesse, sollevano il capo e più volte negli ultimi giorni hanno detto la propria, si sono radunati nelle piazze per dire no a un ritorno ai tempi bui e antichi e alla concezione della donna come forno per carne decantati in quel di Verona, hanno detto no all’inquinamento feroce e inconsapevole  che sta portando via il nostro meraviglioso Pianeta nella sua essenza d’un tempo, stuprandolo nella sua fauna e flora per interessi meramente economici e materiali.

Simone di Torre Maura: un grande esempio

Hanno tappezzato le colonne di stralci di giornali e di dibattiti televisivi le parole del quindicenne Simone di Torre Maura, un ragazzo come molti in una della diverse zone più malfamate di Roma. Anche Simone deve confrontarsi ogni giorno con la triste realtà delle discariche a cielo aperto, delle buche per le strade, delle strutture sanitarie fatiscenti.

Tuttavia, non ha voluto prendersela con altri esseri umani, pur in una situazione disagiata come la sua. Ha semplicemente detto:

“Nessuno va lasciato indietro, nessuno. Il vero nemico è l’ignoranza”.

I ragazzi andrebbero decisamente ascoltati di più. I giovani di oggi saranno il futuro, i talenti del domani, le speranze per un mondo migliore.

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