“Avevo fumato diversi spinelli e ho perso la calma”: ho finito il bimbo con un manico di scopa

Nuova dichiarazione di Tony Essoubti Badre: “Avevo fumato diversi spinelli e ho perso la calma”: ho finito il bimbo con un manico di scopa!

La storia del piccolo Giuseppe ucciso dal patrigno si arricchisce di nuovi dettagli che la rendono ulteriormente più tragica. Stando alle ultime dichiarazioni rilasciate dall’autore dell’omicidio – Tony Essoubti Badre compagno della mamma del bambino – avrebbe compiuto il massacro dopo aver fumato diversi spinelli.

Questa la sua ultima dichiarazione:

“Ho fumato diversi spinelli, come faccio ogni giorno. Poi ho perso la calma”

Dichiarazione che vogliamo sperare non possa mai essere considerata da qualcuno come una lontana giustificazione ad un’azione imperdonabile: aver massacrato di botte un bambino di 7 anni e aver quasi ucciso la sorellina Noemi che di anni ne ha solo 8, con la stessa modalità!

Aver fumato spinelli deve rimanere un macabro dettaglio che arricchisce questa vicenda, ingiustificabile per chi l’ha commessa. Almeno questo è quello che ci auguriamo!

Emorragia interna e frattura alla base cranica: lo curavano con una pomata

Ciò che rende questa vicenda del tutto inaccettabile è il fatto che il bimbo si sarebbe potuto salvare. Sarebbe bastata una telefonata ai soccorsi fatta dallo stesso autore del massacro, o dalla mamma del bimbo, e oggi Giuseppe sarebbe ancora vivo. Invece le cose non sono andate così e dopo aver compiuto la mattanza il bimbo è stato lasciato morire agonizzante sul divano, con una emorragia interna e una frattura alla base cranica, mentre mamma e patrigno tentavano di medicarlo con una pomata.
Sarebbe bastato chiamare prima i soccorsi o correre in ospedale, e invece il buco di due ore tra aggressione e chiamata al 118 è risultato fatale per il piccolo Giuseppe!

In queste ore Tony Essoubti Badre si trova nel Carcere di Poggioreale, sorvegliato a vista per evitare ritorsioni da parte degli altri galeotti. Ieri ha parlato con il gip Santoro, dalla sua confessione sono emersi altri elementi raccapriccianti che hanno arricchito il fascicolo già pieno di inquietanti colpi di scena. I magistrati non indagano solo sull’uomo ma anche sulla compagna che avrebbe potuto fermarlo mentre picchiava il piccolo Giuseppe e feriva la Noemi.

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