Gessica Notaro attende giustizia. L’ex fidanzato finalmente condannato

Gessica Notaro, la bellissima modella sfregiata dal suo ex ragazzo con dell‘acido Oggi in Corte d’appello la sentenza attesa da tempo

Gessica Notaro: sentenza in corte d’appello per l’ex fidanzato

Ormai è imminente, a Bologna, è stato riunito in Corte d’appello, l’ex fidanzato di Gessica Notaro. 

Edson Tavers, nell’anno 2017 è stato condannato in primo grado a 10 anni di reclusione per aggressione alla sua ex fidanzata Gessica Notaro.

L’accusa a Edson è stata data per aggressione alla sua ex fidanzata. Il ragazzo infatti, ha bruciato il volto della modella con dell’acido, ma già precedentemente, l’aveva stolkerata per ben 8 mesi. Una storia agghiacciante che oggi vede la bellissima Gessica testimonial di molte campagne contro la violenza sulle donne.

La  condanna di Edson, dovrebbe essere di ben 15 anni, secondo Gianluca Chiapponi, all’interno del processo d’appello.

Infatti il rappresentante della pubblica accusa, ha voluto assolutamente che la conferma che la  pena inflitta al ragazzo fosse confermata ma in primis per il reato più grave, ovvero quello dell’acido. 

Giustizia per Gessica

L’avvocato di di Gessica ,Alberto Alessi, non si è mai arreso e insieme alla ragazza hanno lottato insieme per avere giustizia. Ed infatti proprio oggi chiederanno la conferma a ben 18 anni di reclusione per l’aggressore e gli 8 mesi di stalking.

La bella Gessica sta lottando con tutte le sue forze, per avere quello che sta aspettando da tempo, giustizia per tutte le donne. Come ricorda la ragazza, ogni giorno,vengono uccise, e sottomesse molte donne a causa dell’ira e della gelosia degli uomini.

Gessica vuole essere un esempio per molte donne;  e far capire che da questa situazione si può uscire. La ragazza infatti,oggi è una donna molto forte e nonostante il male psicologico e fisico che ha dovuto subire , va avanti con ottimismo.

Auguriamo di cuore che ci possa essere giustizia per Gessica e che il suo ex compagno, possa rimanere in carcere a lungo.

Attendiamo con ansia la sentenza della Corte d’appello.

 

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