Yari Carrisi in ospedale con l’attrezzatura: il figlio di Romina Power e Al Bano massacrato

Yari Carrisi è il secondogenito di AL Bano e Romina Power. Una pioggia di critiche sui social per i ‘privilegi’ concessi dalla struttura

Al Ban, il figlio Yari nella bufera
Yari Carrisi

Al Bano, il figlio Yari Carrisi e la sorella Romina sono subito volati dalla mamma per farle visita dopo l’operazione al ginocchio. In tanti però, sopratutto su Facebook, si sono accorti che al figlio della coppia è stato concesso un trattamento speciale.

Yari, in ospedale dalla mamma con l’attrezzatura da DJ

Il figlio di Romina Power non pensava di scatenare tutte queste polemiche. Yari Carrisi, infatti, si è trovato protagonista di un mucchio di commenti contro di lui, ma più precisamente contro la struttura che ha ospitato la cantante per l’operazione al ginocchio che ha sostenuto pochi giorni fa

L’ex moglie di Al Bano Carrisi, Romina Power, è finita al centro dell’attenzione mediatica per un intervento chirurgico subito al ginocchio. Solo poche ore fa, la Power ha scritto un messaggio per i suoi fan e ha lasciato la struttura. Per Romina è stata necessaria una “artroscopia”. Per fortuna, si è risolto tutto con una tecnica chirurgica minimamente invasiva, che permette la diagnosi e la cura di numerose problematiche del ginocchio.

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Yari con l’attrezzatura da DJ in ospedale

Tutti sappiamo che possono venire a farci visita in ospedale tutti ma solo in determinati orari e senza marchingegni come quello che si è portato dietro il figlio di Al Bano. Ovviamente, tutto questo, ha scatenato una grossa polemica. Un “dj-set” in clinica non si vede tutti i giorni:

La foto su Facebook ha ricevuto tantissimi commenti, di interesse nei confronti della salute della cantante ma anche di critica per i ‘privilegi’ concessi al figlio di Al Bano e all’intera famiglia. Tra i commenti si legge:

“Non bastava un bicchiere di vino con un panino?”;

“Chissà la felicità degli altri degenti…”.

E anche:

“…Questo, mentre ai comuni mortali rompono le pa***, se si resta un minuto in più a far compagnia ad un familiare in degenza”.

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