Voli aerei cancellati: il diritto al rimborso, la parola al portavoce della Commissione, Stefan de Keersmaecker

Voli aerei cancellati: il diritto comunitario protegge i diritti dei viaggiatori

Vista l’emergenza coronavirus in cui stiamo vivendo, questo non è un buon motivo per privare i viaggiatori dei loro diritti.

È quanto ha sottolineato Stefan de Keersmaecker, portavoce della Commissione europea, che si riferisce ai voli aerei.

La stragrande maggioranza delle compagnie aeree, con la diffusione del Coronavirus, ha dovuto cancellare i voli aerei e rivedere la programmazione delle rotte.

Le compagnie, in diversi casi, non rimborsano i passeggeri.

“Siamo consapevoli delle difficoltà senza precedenti delle compagnie aeree”,

ma

“i diritti dei passeggeri sono protetti dalla legge nell’UE”,

sottolinea il portavoce Stefan de Keersmaecker.

“Le compagnie aeree devono offrire ai passeggeri la scelta tra un rimborso e un cambio di biglietti. Poiché il cambio del biglietto non è sempre disponibile in queste circostanze, i passeggeri devono essere rimborsati”.

Nel caso in cui un volo aereo venga cancellato, il rimborso non può essere negato per alcun motivo.

Nei primi giorni del mese di marzo, quando l’Italia era praticamente l’unico paese – oltre alla Cina – ad applicare restrizioni sulla mobilità, la maggior parte dei passeggeri ha regolarmente ricevuto i rimborsi.

Crisi Coronavirus: cancellazione voli aerei, rischio bancarotta per la maggior parte delle compagnie

Dalla seconda metà del mese, anche a giudicare dalle lettere che arrivano all’esperto dei trasporti di Repubblica, le compagnie aeree, nella maggior parte dei casi, non rispondono alla richiesta.

A metà marzo le perdite per il settore aereo erano già state stimate a 133 miliardi di dollari.

Una situazione che, senza interventi strutturali, potrebbe portare diverse compagnie aeree alla bancarotta e la maggioranza a licenziamenti di massa.

Proprio in vista di questa crisi cagionata dalla pandemia coronavirus, alcuni giorni fa la Commissione europea ha pubblicato delle linee guida in cui – pur ribadendo che i rimborsi sono sacrosanti – si “chiude” la porta al risarcimento sia in caso di rinuncia volontaria a un volo, sia in caso di breve preavviso.

Il diritto comunitario prevede che vi sia un diritto al risarcimento, se non si viene avvisati almeno due settimane prima della cancellazione.

In generale, l’emergenza del Coronavirus è considerata “circostanza eccezionale“.

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