Rebibbia, detenuta trascinata nuda sotto l’acqua fredda: due agenti a processo

L’episodio risale alla scorsa estate, quando è scattata la denuncia da parte della vittima.

abusi e violenze detenuta

Gli agenti sono già stati sospesi dal servizio per un anno. La Procura di Roma ne ha disposto il giudizio immediato.

Violenze in carcere

L’hanno afferrata per i capelli, poi l’hanno trascinata in bagno e l’hanno costretta a stare sotto l’acqua fredda, mentre lei era completamente spaventata.

Vittima di queste angherie una detenuta del carcere di Rebibbia, con problemi psichici.

Come riferisce anche La Repubblica, i due agenti di polizia penitenziaria accusati degli abusi – una soprintendente addetta alla sorveglianza generale e un assistente capo – saranno processati con giudizio immediato, come richiesto dalla Procura.

Ad inchiodare i due poliziotti ci sarebbero diversi video registrati dalle telecamere di sorveglianza poste all’interno dell’istituto penitenziario.

Nelle immagini si vede la detenuta alla mercé dei due imputati, mentre viene strattonata e trascinata nuda in bagno.

Le accuse e le minacce alla vittima

I fatti risalgono allo scorso luglio, quando la detenuta era arrivata nel carcere di Rebibbia per aver compiuto alcuni furti. I due agenti sono stati sospesi dal servizio per un anno.

I poliziotti dovranno ora rispondere di abuso di autorità contro un arrestato e falso.

Stando alla ricostruzione del pubblico ministero, gli agenti avrebbero redatto un verbale del tutto falso, in cui avevano raccontato episodi assolutamente fittizi.

Il tutto nel tentativo di coprirsi a vicenda, sperando che la detenuta non li avrebbe denunciati, cosa che invece è accaduta.

L’agente maschio l’avrebbe minacciata, dicendole che se ne avesse fatto parola con qualcuna delle sue compagne di cella, le violenze si sarebbero ripetute.

La detenuta ha denunciato tutto alla vicedirettrice dell’istituto penitenziario, che quindi ha fatto partire un’indagine interna.

Si attende ora il giudizio immediato per i due agenti, come chiesto dalla Procura.

 

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