Villa Inferno, festini con sostanze stupefacenti e minori a Bologna: il racconto della 17enne

L’indagine dei carabinieri di Bologna sarebbe partita dalla madre di una delle minori coinvolte, preoccupata per la salute psico-fisica delle figlia.

Bologna minore
Sarebbero 7 gli indagati per i reati avvenuti nella cosi detta “Villa Inferno”.

E’ stata ribattezzata “Villa Inferno” l’abitazione di Bologna di un imprenditore di Pianoro dove sarebbero avvenuti i festini con delle sostanze stupefacenti e dei minori. Sarebbero 7 le persone coinvolte nell’operazione dei carabinieri di Bologna, le quali sarebbero accusati di vari capi d’accusa come: induzione alla prostituzione e reati legati allo spaccio di stupefacenti.

Tra gli indagati un ex candidato leghista

Coinvolto tra i 7 sotto indagini anche l’ex candidato della Lega, Luca Cavazza, agente immobiliare di 27 anni. L’uomo ha sempre fatto discutere in passato, come quando nel 2016 era candidato per Forza Italia e postò una foto sulla tomba di Mussolini.

Insieme all’agente immobiliare, posto agli arresti domiciliari, l’impreditore Fabrizio Cesi. Per Davide Bacci invece è scattata la custodia in carcere. Secondo gli inquirenti, inoltre, nella villa si sarebbero consumate veri e propri festini a base di droga e sesso.

Ad aprire le indagini la denuncia della madre della minorenne coinvolta

La raccapricciante storia di Bologna è riuscita a venire a galla grazie ad una minorenne che avrebbe partecipato alle predette serate. Inoltre, l’aiuto più grande sarebbe avvenuto dalla madre della ragazza, preoccupata per le suo condizioni psico- fisiche, come dichiarato dal colonnello Pierluigi Solazzo ai microfoni di Fanpage:

“Le nostre indagini sono partite grazie alle preoccupazioni di una madre nei confronti di una figlia che si allontanava frequentemente da casa”.

La giovane, inoltre, 17enne all’epoca dei fatti, sarebbe stata anche filmata mentre era intenta a svolgere attività sessuali nella villa. Come spiegato dalla giovane però, inizialmente fu la sua dipendenza da cocaina a portarla ai festini. D’altro canto però, molto spesso, era semplicemente troppo spaventata per dire di no agli indagati. Fortunatamente la famiglia ha trovato la forza di denunciare l’accaduto e chiudere una volta per tutte Villa Inferno.

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