USA, vincitrice del noto show di cucina accusata della morte della figlia

Vittoriosa nella ventesima edizione di Worst Cooks in America, Ariel Robinson è  in prigione con l’accusa di omicidio.

Ariel Robinson con Victoria Rose, a destra Jerry Robinson

La donna prima raggiungere la popolarità attraverso uno dei più noti programmi televisivi di cucina, Worst Cooks in America, poi ritorna agli onori delle cronaca per una tragedia, la morte della figlia.

Gli arresti

Ariel Robinson, 29 anni, è in carcere, insieme al marito Jerry Robinson, 34 anni. Entrambi sono accusati della morte di Victoria Rose, la figlia adottiva.

Della ventesima stagione dello show cooking on demand non c’è più traccia, immediatamente eliminata dai vertici del canale The Food Network.

Successo ai fornelli

Nella trasmissione che ha dato notorietà alla signora Robison, dei disastri umani in cucina competono e, tra una ricetta e l’altra, viene loro impartita l’arte culinaria. A guadagnare la vittoria colui che si redime dall’iniziale incapacità ai fornelli.

La giuria è composta da tre noti chef e la scorsa stagione, ad agosto 2020, il trio di esperti decretò la vittoria della donna, che ottenne il premio in palio, 25.000 dollari.

Le ferite sul corpo

Oggi la vincitrice del programma di cucina è ritorna sotto riflettori per l’infausta morte della piccola.

La piccola aveva 3 anni ed è il 14 gennaio quando viene trovata ancora viva, ma svenuta nell’abitazione della famiglia a Simpsonville, nella Carolina del Sud.

Sul corpo vi erano ferite evidenti. Portata al Grennville Memorial Hospital dove, qualche ora dopo, ha perso la vita, secondo quanto riportato dal Times.

Victoria Rose era figlia adottiva della coppia. Aveva altri quattro fratelli, tra cui altri due adottivi. Nella famiglia erano tutti di origine afroamericana, tranne la piccola che era caucasica.

Adesso i servizi sociali si stanno occupando del futuro dei quattro bambini.

Apparentemente dei paladini, i coniugi Robinson sono sostenitori del Black lives matters, il noto movimento per la lotta contro contro il razzismo.

Imputati di infanticidio e abuso di minore adesso rischiano dai 20 anni di carcere all’ergastolo.

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