Telegram, in vendita dei falsi green pass: il sequestro di ben 10 canali

La Guardia di Finanza ha individuato e sequestrato alcuni canali collegati al dark web: scopriamo cosa è successo.

Sono stati scoperti dei malintenzionati che vendevano la certificazione sul Dark Web.

Non è la prima volta che si commettono reati sulla piattaforma messaggistica. 

Uno strumento che non è da sottovalutare, dato che spesso su Telegram si diffondono video legati al reato di revenge porn o di violenza.

Inoltre girano continuamente notizie false o messaggi di indottrinamento estremista.

Un problema che si sta diffondendo sempre di più e le opportune autorità cercano ogni giorno di fermare questo genere di piaga nel mondo della tecnologia.

L’intervento della Guardia di Finanza

Il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, per questo la Guardia di Finanza è riuscita a sequestrare ben 10 canali Telegram, dove venivano promessi degli scambi per dei green pass e vaccini

Due beni gratuiti, ma è possibile accedervi solamente con delle condizioni. 

Le indagini, denominate Vax Free, sono state dirette da Eugenio Fusco e dai Sostituti Procuratori Bianca Maria Baj Macario e Maura Ripamonti. 

Grazie all’utilizzo di Bot e Avatar, i finanzieri hanno individuato chi era a capo di questi 10 canali su Telegram. 

Green pass, tutto sulla truffa

Le chat di Telegram sono state studiate a tavolino per accattivare tantissimi utenti.  

C’erano delle fiale di vaccino in bella vista, con i certificati vaccinali in evidenza.

I finanzieri hanno anche svelato i prezzi a cui si vendevano lotti di vaccino e green pass. 

Si parla di cifre fuori mercato: tra i 110 e i 130 euro per ogni singola operazione ed il pagamento avveniva in criptovaluta. 

Una truffa bella e buona, che però è stata smascherata in modo eccellente, portando al sequestro dei canali Telegram.

Non è la prima volta che si commettono reati sulla piattaforma messaggistica. 

Leggi anche –> WhatsApp come liberare la memoria? i trucchi più affidabili per fare spazio

Impostazioni privacy