Taranto, arrestato il Procuratore capo Capristo: induzione indebita e truffa

È finito in manette il Procuratore capo di Taranto, Carlo Maria Capristo. Le accuse sono di induzione indebita e truffa.

procuratore capristo

Capristo avrebbe tentato di pilotare un’inciesta. In manette anche 3 imprenditori ed un ispettore di Polizia.

Arrestato il procuratore capo di Taranto

È finito in manette per induzione indebita e truffa il Procuratore capo di Taranto, Carlo Maria Capristo.

Come riferisce anche Il Fatto Quotidiano, il procuratore avrebbe tentato, insieme ad altre 4 persone di interferire con un’inchiesta della Procura di Trani, in cui Capristo non operava più da diverso tempo.

Ai domiciliari sono finiti anche un ispettore di Polizia, Michele Scivittaro, e 3 fratelli imprenditori: Cosimo, Gaetano e Giuseppe Mancazzo.

Secondo l’accusa, i 3 imprenditori avrebbero approfittao dei rapporti con la Procura tarantina per indurre un sostituto della Repubblica in servizio a Trani a perseguire una persona da loro stessi denunciata.

A carico della stessa non vi era alcun presupposto a procedere, nonostante gli imprenditori l’avessero denunciato per usura nei loro confronti.

L’obiettivo era quello di ottenere indebitamente i vantaggi economici ed i benefit conseguenti alla dichiarazione di soggetti usurati.

Il pm che i 3 avevano tentato di corrompere, però, non ha accettato di partecipare al piano e così è scattata la denuncia alle forze dell’ordine.

Il procuratore Capristo e l’ispettore di Polizia Scivittaro sarebbero responsabili di truffa aggravata per aver “falsificato” la documentazione.

Capristo, secondo quanto emerso nelle indagini della Guardia di Finanza, controfirmava le presenza di Scivittaro e di straordinari mai fatti. Il poliziotto, anziché lavorare a Taranto, era infatti a casa.

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