Stupro Viterbo, vittima sotto choc. La difesa: “Non sono i mostri che descrivete”

L’agghiacciate sequenza dello stupro di Viterbo e le parole dei due aggressori, convinti che la ragazza volesse tutto questo

Stupro Viterbo
Stupro Viterbo

Un fatto terribile quello dello stupro di Viterbo dove una donna è stata massacrata di botte e abusata da due ragazzi, che asseriscono lei fosse consenziente.

Le parole della vittima di stupro

Una donna invitata ad una festa da due giovani ragazzi, di cui uno consigliere comunale di Casapound. Francesco Chiricozzi e Riccardo Lecci hanno fatto ubriacare la giovane donna, per poi provare ad avere un rapporto intimo con lei – che ha immediatamente rifiutato.

A quel punto è scattata la rabbia e la supremazia, sferrandole un pugno in pieno volto ed assicurandosi che avesse perso i sensi: a quel punto, l’hanno spogliata – poi si sono denudati e hanno iniziato a stuprarla a turno.

Una volta terminato tutto è stata riaccompagnata a casa: il tutto si evince dai filmati che i due aggressori hanno girato con il cellulare, come prova del loro atto, trovati poi dagli inquirenti e utilizzati come prova schiacciante.

La vittima è sotto choc e non desidera parlare con nessuno a parte il suo avvocato, che rilascia una breve intervista all’Adnkronos:

“sembravano persone tranquille che invece si sono approfittati di lei. li odia”

La difesa dei due aggressori di Viterbo

Francesco Chiricozzi e Riccardo Lecci hanno però una loro versione dei fatti, come si evince anche da TgCom24 – respingendo le accuse e asserendo che la vittima fosse consenziente.

Gli avvocati difensori sostengono inoltre che i giovani siano addolorati per quanto accaduto valutando in maniera errata tutta la situazione:

“non sono i mostri che vengono descritti”

Il Gip ora ha quattro giorni di tempo per valutare se convalidare o meno l’ordinanza di custodia presso il carcere. Il procuratore capo di Viterbo – Paolo Auriemma – evidenzia che le prove sono solide:

“ci sono lesioni oltre che violenza sessuale”

Come si evince dai video girati dai due arrestati, trovati proprio all’interno dei cellulari.

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