Stati Generali, Presidente di Confindustria: “Male anche la fase 3”

Stati Generali, Bonomi: “Stato restituisca 3,4 miliardi di accise”

Dopo aver partecipato agli Stati Generali, il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, chiede allo Stato che

“ora si onorino i contratti-debiti verso le imprese.

A partire dalla immediata restituzione di 3,4 miliardi di accise sull’energia”.

Pertanto, la recessione può essere evitata

“solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni”.

In occasione della partecipazione agli Stati Generali, Bonomi sottolinea che la cassa integrazione è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane.

Inoltre, sono gravi i ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno liquidità.

“Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee”.

Nel suo confronto con il Governo il Presidente di Confindustria chiede ufficialmente la restituzione di 3,4 miliardi di accise pagate dalle aziende.

“Chiedo immediato rispetto per la sentenza della magistratura che impone restituzione di 3,4 miliardi di accise energia”.

Le accise energia sono state impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione ne imponga la restituzione.

Stati Generali, Bonomi attacca il Governo: “Male la fase 3”

Intervistato dal quotidiano francese Les Echos, il Presidente di Confindustria Bonomi ha spiegato che

«l’Italia sta scegliendo di favorire l’assistenza invece di liberare l’energia del settore privato».

Inoltre, ha avuto l’occasione di ribadire il suo scetticismo sugli Stati generali:

«Mi aspettavo dal Governo un piano ben dettagliato con un calendario e obiettivi specifici. Questo piano non l’ho visto e sarei curioso di leggerlo».

Nella prefazione al volume “Italia 2030”, portato in regalo da Bonomi a Conte, il Presidente di Confindustria sottolinea che è mancata finora una qualunque visione sulla Fase 3, da far seguire a chiusure e riaperture.

“La fase cioè in cui definire sostegni immediati alla ripresa di investimenti per il futuro, riprendendo e potenziano in toto l’impianto d’Industria 4.0 e affiancandovi un grande piano Fintech 4.0”.

Nei due mesi di lockdown e di emergenza sanitaria un grave errore, secondo Bonomi, è stato quello di definire una metodologia di prevenzione basata sulla raccolta di dati ricavati da tamponi e test sierologici di massa, così da rendere possibili eventuali restrizioni ma solo su base microgeografica.

Lo stesso Bonomi boccia l’azione dell’Esecutivo nel merito e nel metodo.

Nonostante la riapertura delle attività dopo il lockdown, non è stato ancora ripristinato

“un circuito dei consumi ordinario rispetto allo status quo ante”.

A chiarirlo, in occasione degli Stati generali a Villa Pamphilj, è il premier Conte, il quale, citando l’Istat, parla di “una congiuntura drammaticamente difficile.

Il fatturato è calato del 29,4% rispetto a marzo, del 23,9% nella media dello stesso trimestre del 2019, sia sul mercato interno sia su quello estero.

Secondo lo stesso Premier Conte il contesto macroeconomico si presenta molto complesso: l’emergenza pandemica ha portato con sé alti costi, oltre che umani, economici e sociali.

Dal confronto con le maggiori autorità economiche nazionali, europee, internazionali, si è convenuto sul fatto che

“l’incertezza che si è scatenata non verrà sciolta certo nel giro di qualche mese”.

Stati Generali, Conte ammette i ritardi, ma non risponde per le carenze strutturali

Conte ammette che ci sono stati ritardi, ma non risponde per le carenze strutturali:

“Ci siamo trovati a fare interventi, penso alla Cassa integrazione, che normalmente facevamo nell’arco di cinque o sei anni”,

spiega il Presidente del Consiglio.

Parimenti anche per le necessità delle imprese, dove c’erano aspettative di pochi giorni e poche settimane.

Si sono rivelate delle criticità:

“Facciamo ammenda per eventuali carenze che si stanno dimostrando e abbiamo l’umiltà di ammettere ritardi ed errori”.

Inoltre, anche sulla prospettiva della liquidità non è sufficiente tratteggiare un modello normativo, pensando che possa conformarsi all’unisono in maniera perfetta.

Sulle carenze strutturali il Premier sottolinea che il Belpaese se le porta dietro da circa 20 anni.

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