Inquinamento nel fiume Sarno: sequestrate due aziende

Continuano i controlli da parte dei Carabinieri del Comando Tutela Ambientale del fiume Sarno, per scoprire attività che minano la salute del  corso d’acqua.

Il fiume Sarno è oggetto di attenzione da parte dei Carabinieri, scoperti numerosi atti illegali ai danni dell’ambiente.

Inquinamento ambientale

E’ iniziato dopo il lockdown, a settembre, il controllo da parte dei carabinieri del Noe di Napoli e Salerno. I controlli sono finalizzati a scoprire se sul fiume Sarno, che nei torrenti Solofrana e Cavaiola, siano presenti degli scarichi abusivi e se sussistano irregolarità circa quelli censiti.

Al momento sono sotto indagine due aziende, per le quali sono stati attivati due decreti di sequestro preventivo, emessi dal gip di Nocera Inferiore.

Un decreto riguarda un impianto di recupero rifiuti speciali pericolosi ad Angri, che non opera nell’area Pip di Taurana.

Le aziende erano già state in passato oggetto di alcune prescrizioni, finalizzate a sanare le violazioni, che erano emerse durante i controlli in una prima verifica.

Tuttavia le stesse aziende non avevano provveduto a sanare quanto prescritto, per cui agivano ancora e nella totale illegalità, prive delle autorizzazioni.

Anche in considerazione delle emissioni in atmosfera, che allo scarico delle acque, le aziende sono state denunciate all’autorità giudiziaria di Nocera Inferiore.

Il reato a loro imputato è: scarico non autorizzato di reflui industriali in corpo idrico superficiale e gestione illecita di rifiuti.

Il procedimento penale è nei confronti del legale rappresentate la società, M.S., 51enne di Scafati, il quale ora dovrà rispondere dei reati e della violazione alle prescrizioni imposte nel titolo autorizzativo Aua, sanzionati dal Testo Unico Ambientale.

Nelle acque sostanze pericolose o contaminati e rifiuti plastici

Gli illeciti che riguardano l’impianto ora sotto sequestro, sono relativi al  versamento nella pubblica fognatura di reflui industriali suscettibili di contaminazione.

Inoltre illecitamente avveniva il recupero di rifiuti speciali, ritenuti pericolosi, composti da imballaggi di sostanze pericolose o contaminati.

Per di più è stato superato il limite consentito dalle autorizzazioni.

L’altro decreto è addebitato ad un’industria conserviera in via Orta Longa a Scafati. Nei confronti del titolare, G.F. 54enne di Angri, sono state accertate numerose violazioni alle prescrizioni imposte.

Come riportato anche la Repubblica, si fa riferimento allo stoccaggio in area non autorizzata di rifiuti speciali, fanghi e scarti inutilizzabili per il consumo.

Sono stati posti sotto sequestro l’impianto di depurazione in questione nonché  l’area di piazzale una superficie di 200 mq, con circa 350 tonnellate di rifiuti.

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