Protesta operai Whirlpool Napoli: bloccata la stazione Centrale

Gli operai della Whirlpool di Napoli hanno bloccato la stazione centrale di piazza Garibaldi per protesta. Treni fermi e tanti ritardi.

whirpool napoli

La Whirlpool di Napoli aveva comunicato il licenziamento di oltre 300 operai a causa della chiusura della sede.

Bloccata la stazione per protesta

Gli operai della Whirlpool di via Argine a Napoli, questa mattina, hanno deciso di bloccare per protesta la stazione di Napoli Centrale. Una protesta montata a causa del silenzio da parte del Governo circa la loro situazione.

A causa della chiusura dello stabilimento di via Argine, infatti, la multinazionale americana, ha comunicato il licenziamento di circa 355 operai.

I lavoratori si erano dati appuntamento alle 8:30, nei pressi della loro sede di lavoro a Ponticelli. Successivamente, tutti insieme, si sono diretti verso la Piazza Garibaldi dove ha sede la Stazione Centrale di Napoli. Il gruppo compatto è entrato in stazione e ha occupato i binari dal lato di via Taddeo da Sessa.

Circolazione ferroviaria in tilt

La conseguenza immediata della protesta sono stati i numerosi ritardi dei treni poiché le autorità hanno dovuto interrompere la circolazione su ferro di molti convogli. I protestanti non hanno interrotto, però, la circolazione. Dopo, si sono recati verso palazzo Santa Lucia.

Come si legge su Fanpage, il segretario generale della Uilm Campania, Antonio Accurso, ha affermato:

“Un’altra iniziativa di lotta per scongiurare la chiusura del sito partenopeo quanto sta accadendo è inaccettabile, l’azione di Governo non può limitarsi ad una telefonata”.

Secondo il sindacalista, infatti, il Governo non ha fatto altro che telefonare alla multinazionale per attestare i licenziamenti.

La sede napoletana della Whirlpool ha chiuso il 31 ottobre a mezzanotte. Gli ormai, ex operai, hanno deciso di scioperare su turni con un’assemblea permanente. Per il momento, gli operai saranno stipendiati fino alla fine di dicembre, al 100% dello stipendio. Non si sa cosa accadrà dopo. Anche perché il nuovo Dpcm prevede la sospensione dei licenziamenti fino al 31 marzo 2021.

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