Schools for future: il movimento nato a Torino contro la DaD

Contro la didattica a distanza a Torino è nato il movimento Schools for future. Si tratta di flash mob fuori dal comune, che si stanno diffondendo tra gli studenti.

Schools for future TorinoGli studenti che animano il movimento Schools for Future partito da Torino non hanno slogan ma soltanto la loro presenza davanti le scuole mentre sono a lezione con la DaD.

Sì alla didattica in presenza

Il movimento nato a Torino, che ha preso il nome di Schools for Future, non è caratterizzato da alcuno slogan ma, semplicemente, di alcuni flash mob sopra le righe. In pratica, i ragazzi, stazionano per qualche ora fuori la loro scuola e si mettono a fare lezione su computer e tablet in Didattica a Distanza. 

Un modo, da parte degli studenti, di chiedere che vengano ripristinate, laddove possibile, le lezioni in presenza.

La studentessa Anita

Tra gli studenti, è emersa Anita che da qualche giorno, ha deciso, insieme ad alcune compagne di classe, di stazionare davanti al suo istituto di provenienza. Un modo innovativo, per i ragazzi, di far sentire la loro voce in merito al diritto all’istruzione, molto penalizzato dalla pandemia.

Proprio Anita, insieme alla sua amica Lisa, è stata la prima ad aver portato la protesta a Torino. La ragazza si è detta contenta del fatto che molti ragazzi, in giro per l’Italia, stanno seguendo il suo esempio. La ragazza torinese, che ha soltanto 12 anni, è stata paragonata ad un’altra ragazza fondatrice di un movimento importante ovvero Greta Thunberg. Un paragone che, la studentessa, ha fortemente allontanato dicendo:

“Io però non voglio essere famosa, voglio solo tornare a scuola”.

Come ha riportato Ansa, sono diversi i ragazzi che hanno organizzato questo genere di flash mob in giro per l’Italia. Ad esempio ci sono Pietro e Simone, rispettivamente di 18 e 17 anni, che a Firenze, davanti al Liceo Galileo, armati di cellulare si sono stanziati sotto l’istituto a fare DaD. Lo stesso Pietro ha affermato che, secondo lui, la didattica a distanza non potrà continuare a lungo. Anche se la didattica in presenza ha le sue pecche, il ritorno sui banchi viene chiesto a gran voce.

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