Russia, allarme carburante: così si scioglie il permafrost dell’Artico

In Russia il recente incidente con la fuoriuscita di carburante, sta facendo sciogliere il permafrost. Un disastro ambientale nell’Artico.

Permafrost carburante russia

In Russia il recente e molto grave incidente che ha portato alla fuoriuscita di carburante, ha delle pesanti conseguenze sul permafrost che si sta sciogliendo. Avevamo parlato qualche giorno fa di questo brutto incidente, che è ha delle pesanti conseguenze. Gli esperti ormai lo definiscono una bomba ad orologeria pronto ad esplodere. C’è la possibilità che si liberino virus e batteri, ma alcuni pensano che sciogliere quei ghiacci causati dal cambiamenti climatici, potrebbero aver provocato l’incidente.

La fuoriuscita rossa

Il carburante rosso che si è riversato nel fiume russo Ambarnaya. Secondo la Norilsk Nickel l’incidente potrebbe esser stato causato dallo scioglimento dei ghiacci, che hanno fatto cedere i pilastri del serbatoio che ha sversato il suo contenuto nel fiume russo.

Il permafrost è il tipico terreno ghiacciato della zona, e il suo scioglimento potrebbe accelerare il riscaldamento globale. Solitamente copre un quarto delle terre esposte tra il circolo polare artico e le foreste boreali, dell’emisfero settentrionale. La sua profondità può andare da pochi metri fino alle centinaia.

Ovviamente nel ghiaccio troviamo resti di piante e animali morti, che se liberati dalla protezione, potrebbero liberare circa 1,7 trilioni di tonnellate di carbonio. Questa materia organica contiene molto metano e CO2, gas che una volta liberati potrebbero accelerare il riscaldamento globale. La materia organica una volta libera si riscalda per poi decomporsi e liberare i due gas citati.

Il pericolo biologico

Un pericolo forse sottovalutato è quello biologico: gli animali congelati potrebbero essere portatori di malattie ormai scomparse che diventerebbero nuove. Non si tratta di un’ipotesi degna di un film catastrofico, la cosa è già accaduta purtroppo portando vittime. Nel 2016 un bambino è morto nell’estremo nord della Siberia in Russia. Si era diffusa l’antrace, che a detta degli scienziati era contenuto nei resti di renne infette morte e sepolte dai ghiacci circa 70 anni fa e tornate alla luce.

Nel 2014 gli scienziati sono riusciti a rianimare un virus gigante per fortuna del tutto innocuo. Era rinchiuso da 30.000 anni nel permafrost siberiano ed è stato nominato Pithovirus sibericum.

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