Regolarizzazione dei migranti: raggiunto l’accordo Pd-5 Stelle

Raggiunto l’accordo nella maggioranza di governo sul nodo della regolarizzazione dei migranti. La norma interessa anche badanti, colf e braccianti italiani.

regolarizzazione migranti

 

Regolarizzazione migranti: c’è l’accordo, dopo una lunga giornata di trattative.

La proposta della Bellanova e il no di Crimi

È ormai da diverse settimane che si stava tentando di sciogliere il nodo della regolarizzazione dei migranti.

La ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, aveva anche annunciato di poter arrivare anche alle dimissioni, se la sanatoria non fosse passata.

La proposta della Bellanova era quella di concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile poi per altri 6 mesi, per le aziende e le famiglie che avessero provveduto a  regolarizzare i lavoratori stranieri.

Se da una parte la Ministra si era battuta per approvare la normativa, dall’altra c’era stato il secco no di Antonio Tajani, Forza Italia e Vito Crimi, del Movimento 5 Stelle.

Raggiunto l’accordo dalla maggioranza

Una lunga giornata di trattative, terminata con l’accordo sulla regolarizzazione dei migranti siglato dalla maggioranza di governo.

Come riferisce anche La Repubblica, la mediazione si è conclusa grazie all’intervento del ministro dem Peppe Provenzano ed il pentastellato Vito Crimi.

Ieri mattina il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, era intervenuto sulla questione, sottolinenando come la regolarizzazione dei migranti fosse l’unica arma concreta per contrastare il lavoro nero.

Nella notte bypassata anche l’intransigenza dei pentastellati, quando Vito Crimi aveva bocciato anche l’ultima bozza.

“L’accordo accoglie nostre esplicite richieste e mette al centro il lavoro regolare”

ha confermato il capo politico del Movimento 5 Stelle.

La norma interessa non solo i lavoratori stranieri, ma anche gli italiani impiegati come colf e badanti. Rispetto alla prima bozza, sarebbero state introdotte delle modifiche che escludono dalla sanatoria chiunque abbia subito una condanna per reati come il caporalato o lo sfruttamento della prostituzione.

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