Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro accusato di voler occultare i dati sulla deforestazione divulgati da Galvao

Jair Bolsonaro, presidente Brasiliano, è stato accusato di voler occultare i dati diffusi sulla deforestazione, settimane fa, da Galvao, ora dimesso dall’incarico.

presi/dent/brasil
Jair Bolsonaro

Di recente sono giunti i primi riscontri annuali sulla deforestazione dell‘Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (Inpe) e la situazione è più preoccupante di quello che si pensava: la deforestazione del polmone verde del nostro globo terracqueo è aumentata da quando è al comando il presidente Jair Bolsonaro.

La Bbc ha diffuso le notizie sulla zona di San Paolo: blackout a causa dei roghi in Amazzonia

I dati parlano chiaro e non solo, agiscono: dopo un radicale incremento dell’83% dei roghi, da gennaio ad agosto 2019, se confrontato con l’anno precedente, la Bbc ha diffuso la notizia che, nella zona di San Paolo, si è registrato un blackout a causa del fumo degli incendi del polmone verde del mondo.

Gli incendi sono cresciuti oltre i 70.000 dal 2018, che già aveva raggiunto un picco di 39.759 incendi. L’Amazzonia, inoltre, non deve sopportare solo le fiamme, ma anche le divergenze politiche e le menzogne: pare, infatti, che Ricardo Galvao, direttore dell’Istituto, si sia dimesso come sperato dal presidente Bolsonaro, in quanto colpevole di aver diffuso, poco fa, dei falsi numeri (allarmistici) sul disboscamento.

L’INPE ha scatenato gli ambientalisti contro il presidente Jair Bolsonaro

Un altro problema che è scaturito dai dati lanciati dall‘INPE, è che gli ambientalisti, dopo la notizia, non si sono fatti sfuggire l’occasione di rivoltarsi contro il nuovo presidente.

A loro parere, infatti, il presidente Bolsonaro indurrebbe i taglialegna e gli agricoltori al disboscamento.  Bolsonaro, per evitare altre polemiche (che sono già all’orizzonte) ha tuttavia etichettato i dati dell’Inpe come fasulli, come se Galvao avesse voluto creare falsi allarmismi che in realtà non esistono.

Eppure, gli allarmismi ci sono e i crudi e tristi risultati sono fin troppo visibili:

“Gli scienziati non possono restare in silenzio! Dobbiamo esprimerci con forza. Non possiamo abbassare la guardia”.

Queste le parole di Galvao prima di rassegnare le dimissioni.

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