PIL italiano: cala la produzione e prosegue la fase di debolezza economica

Pil italiano: prosegue la fase di debolezza economica in Italia e si rischia la recessione economica

Allarme Confindustria sul Pil: “C’è rischio recessione economica”, l’economia del Bel Paese è ancora molto debole e i segnali di crescita sono ancora ben lontani dalle attese.

L’indicatore macroeconomico PIL anticipa il trend dell’economia per i prossimi mesi:

“ha mantenuto un profilo negativo, suggerendo il proseguimento della fase di debolezza dei livelli produttivi”

È quanto messo in evidenza dall’ISTAT nell’ultima nota mensile che evidenzia come il Prodotto Interno Lordo evidenzi un marginale incremento della congiuntura economica nel primo semestre del 2019, registrando un +0,1%.

PIL: seconda flessione della produzione industriale nel mese di luglio

Nel mese di luglio, sottolinea l’ultima nota mensile pubblicata dall’ISTAT, l’indice della produzione industriale ha registrato la seconda flessione congiunturale consecutiva.

La situazione fuori dal confini del mercato domestico non è di certo delle più rosee: continua la guerra commerciale tra i due giganti USA e Cina, il rallentamento dell’economia cinese e i fattori geopolitici instabili.

Queste variabili esogene hanno un impatto negativo sul trend del commercio mondiale. L’unico dato positivo è il miglioramento del potere d’acquisto dei consumatori, dovuto alla bassa inflazione.

Infatti, i miglioramenti che sono stati registrati sul mercato occupazionale si sono riflessi sul trend del reddito disponibile dei nuclei familiari, anche se non si registrata la “scossa” tanto attesa sul livello dei consumi.

Confindustria: rischio e allarme “Recessione economica”

Si rischia di piombare in una fase di recessione economica dato che la crescita economica dell’Italia è quasi pari a zero.

Secondo le previsioni degli esperti anche il trend del PIL crescerebbe dello 0,4% se l’incremento delle imposte indirette fosse annullato.

Per raggiungere lo 0,5% di crescita del PIL serve una manovra restrittiva, pari a circa 8 miliardi di euro.

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