Pensioni, limite anagrafico dei 67 anni fino al 2022

Pensioni: età anagrafica dei 67 anni ferma fino all’anno 2022

Novità in materia di pensioni: il limite anagrafico dei 67 anni è stato confermato con un decreto ministeriale sulla base della speranza di vita accertata dall’ISTAT per l’intero biennio 2017-2018.

Dopo le novità in arrivo per Quota 100 e opzione Donna, l’età anagrafica dei 67 anni valida dal 2019 resterà ferma fino alla fine del 2022.

A confermarlo è stato un decreto ministeriale sulla base della speranza di vita accertata a consuntivo dall’ISTAT per l’intero biennio 2017-2018.

Stando ai requisiti stimati dalla Ragioneria generale dello Stato, nel biennio 2023-2024, il requisito potrebbe aumentare di tre mesi.

L’adeguamento del requisito di pensionamento alla variazione della speranza di vita è stato congelato fino al 2026 per i pensionamenti anticipati con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne).

Quota 100

Grazie a Quota 100 consente di lasciare il lavoro con almeno 62 anni di età e 38 di contributi.

Si tratta di una misura provvisoria valida per il triennio 2019-2021 e la normativa prevede la presenza di finestre mobili differenti a seconda che ci si riferisca ai lavorati privati o ai dipendenti pubblici.

Potrà accedere all’opportunità già a partire dal primo aprile del 2019 chi abbia maturato i requisiti entro la fine del 2018, mentre tutti coloro che li maturano successivamente dovranno attendere tre mesi per ricevere il primo assegno.

Per l’accesso alla pensione anticipata con quota 100, c’è il divieto di cumulo di redditi.

All’assegno previdenziale non è possibile sommare l’ammontare dei redditi da lavoro dipendente o autonomo a eccezione di quelli derivanti da lavoro occasionale entro il limite di 5.000 euro lordi all’anno.

Pensione anticipata e lavoratori precoci

Per l’accesso alla pensione anticipata è necessario rispettare ii requisiti già in vigore nel 2018: 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e dieci mesi per le donne, a prescindere dall’età e 41 anni per i lavoratori precoci (ovvero per coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni).

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