Pensione ai tempi del Covid: versamenti volontari per evitare buchi contributivi

L’emergenza sanitaria ha costretto all’interruzione o alla sospensione di non poche attività. Sono numerosi i lavoratori che, associando Pensione e Covid, si chiedono se sia il caso di effettuare versamenti volontari per coprire buchi contributivi.

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Lavoratori autonomi e Partite IVA si ritroveranno, in questo critico anno 2020, con un reddito ridotto di qualche migliaia di euro.

Con l’attuale normativa, salvo prossimi interventi legislativi, è possibile coprire l’intero anno pagando contributi volontari? Esiste un’altra opzione oltre i versamenti volontari?

Pensione e Covid: versamenti volontari in fase di emergenza sanitaria

Considerando i mancati guadagni e l’impossibilità di versare i contributi obbligatori, in caso di interruzione o sospensione dell’attività per via dell’emergenza Covid-19, cosa fare?

E’ possibile chiedere il versamento di contributi volontari per evitare buchi contributivi. periodi scoperti. I versamenti volontari possono anche essere antecedenti alla richiesta ma non devono superare i 6 mesi.

Per le attività commerciali e, comunque, autonome l’accredito dei contributi 2020 scatterà una volta presentata la dichiarazione dei redditi nel 2021. Verrà eseguito sulla base del reddito 2020 dichiarato: potrebbe succedere che alcuni contributi si sovrappongano rendendo vano l’accredito dei versamenti volontari.

Esistono alternative ai contributi volontari?

Per un’attività autonoma o un’azienda, non esiste un’alternativa ai versamenti volontari in questa fase di emergenza e crisi. I contributi volontari rappresentano l’unica via percorribile.

Il riscatto dei periodi di stop previsti dall’art. 5 del Dlgs 564/1996 è stato istituito unicamente per il rapporto di lavoro dipendente, non per attività autonome o imprese.

Pensione e Covid-19: conviene pagare i contributi volontari?

Molti lavoratori pensano di ricorrere ai versamenti volontari per coprire i buchi derivanti dallo stop o sospensione dell’attività a causa dell’emergenza.

Più in generale, valutano se convenga o no farlo per aumentare l’importo del rateo pensionistico. Conviene?

Consideriamo che, annualmente, per ogni contribuzione volontaria è necessario investire un importo superiore ai 3.000 euro. L’importo varia a seconda che si tratti di lavoratori dipendenti o autonomi ed in base alla categoria di appartenenza. Commercianti e artigiani pagano i contributi volontari in base agli stipendi degli ultimi 36 mesi mentre, ad esempio, i dipendenti statali devono versare un importo basato sulle ultime 52 settimane.

Conviene pagare i contributi volontari ai lavoratori con almeno 18 anni di contribuzione: in questo caso, si verserebbe un importo minimo per recuperare i buchi contributivi.

Chi valuta l’idea di effettuare versamenti volontari per aumentare l’importo dell’assegno pensionistico, dovrà eseguire calcoli precisi considerando gli aggiornamenti Istat che prevedono aliquote differenti in base alle categorie di lavoratori. Solo in questo modo è possibile capire se conviene o meno.

Per il 2020, l‘Inps ha pubblicato la Circolare n. 33 del 06 marzo 2020 che riporta le istruzioni per i lavoratori dipendenti non agricoli, lavoratori autonomi ed iscritti alla Gestione separata.

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