Pandemia in Italia, il documento del Ministero della Salute: ecco i 4 scenari

C’è un documento del Ministero della Salute sui 4 scenari della pandemia in Italia e secondo Conte il Paese sarebbe al terzo.

Pandemia in Italia, il documento del Ministero della Salute: ecco i 4 scenari

Un documento redatto dal Ministero della Salute che attesta i 4 scenari della pandemia in Italia. Ecco di cosa si tratta.

Il documento del Ministero della Salute

Il documento si chiama Prevenzione in risposta al Covid 19 ed è stato pubblicato dal Ministero della Salute insieme all’Istituto Superiore della Sanità.

Un testo completo che riprende 4 scenari in cui proprio il nostro Paese protrebbe ritrovarsi da qui alle prossime settimane:

  • primo scenario con situazione di focolai localizzati
  • secondo scenario trasmissione diffusa ma sostenuta e gestibile
  • terzo scenario trasmissione diffusa e rischi sulla attuale tenuta del sistema sanitario
  • quarto scenario trasmissione non controllata e mancata tenuta del sistema sanitario nel periodo breve

Secondo il Premier Conte, intervenuto in Parlamento, l’Italia sarebbe dentro allo scenario 3:

“ad oggi in Italia abbiamo uno scenario di tipo 3, che prevede la possibilità di interruzione di alcune attività a rischio anche su base oraria con icremento di smart working per alleggerire i trasporti”

Cosa prevede lo scenario n°3

Secondo il documento – riportato da TgCom24 – lo scenario di tipo 3 prevede una semplificazione della sorverglianza attiva e del contact racing con priorità assoluta delle azioni che sono associate al Covid rispetto ad altre attività. Il sistema sanitario tramite tampone da precedenza a tutti i soggetti sintomatici con isolamento.

Le azioni che devono essere svolte sono sia locali che regionali e prevedono un aumento delle distanze sociali con possibilità di utilizzare le mascherine anche all’aperto. Istituzione di zone rosse se necessario e restrizioni temporanee valutando incidenza e curva dei contagi. Sono altresì doverose le interruzioni di tutte le attività sportive, culturali e sociali che danno maggiore rischio di contatto e assembramento. Non solo, previsto anche una possibile restrizione della mobilità che sia regionale o interregionale.

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