Padova, il cimitero preso d’assalto dai minorenni e la comunità si divide

Per un gruppo di ragazzini era un gioco come un altro. Consisteva nel deturpare il luogo della memoria collettiva e personale per eccellenza. I danni ammontano a 60.000 euro.

Cimitero Padova, danni per 60mila euro a causa di un gruppo di minorenni
Cimitero dell’Arcella

Il vandalico passatempo di un 18enne e tre ragazzini ancora minorenni è stato oggetto di confronto in comune. La questione divide Padova, tra chi richiede un intervento conciliante e chi invece ritiene proficuo che i giovani rispondano alla gravità delle azione commesse.

Divertimento tra le tombe

Un affiatata comitiva per allontanare la noia e trovare un po’ di svago si divertiva a fare scempi nel camposanto.

A nulla è valso il divieto del parroco ai vandali di entrare nel cimitero dell’Arcella. Anzi, l’ammonimento è stato motivo di maggior foga nelle visite successive.

Così su Gabriel Banaceau, il più grade della combriccola, pendono le accuse di danneggiamento aggravato, vilipendio di tombe e violazione di sepolcro.

Le pene per i reati perpetrati sono severe e il ragazzo rischia più di qualche anno di carcere.

Non manca l’aggravante, che scaturisce da motivazioni evanescenti, come il tedio e la ricerca di divertimento.

Per completare il quadro ci sarebbero le minacce al sacerdote sopraggiunte all’indomani delle sue vane richieste.

Una brigata già nota

La piccola brigrata era già nota per i suoi scorrazzamenti nei luoghi dei vivi.

Tra le prodezze che avevano destato allerta c’era stato il pericoloso lancio di massi sulla ferrovia.

Gli inquirenti hanno ricostruito le frequentazioni del 18enne.

Oltre il gruppetto di cui era a capo, il ragazzo incontrava spesso coetanei turbolenti. Il punto di ritrovo solito è la grande piazza di Prato della Valle.

Le scorribande al camposanto hanno infervorato la riunione in comune di ieri e la questione dei lavori da affrontari.

Da una parte c’è chi appoggia la linea morbida del parroco di Sant’Antonio che ha chiesto di “mantenere i toni bassi” perché ci sia un dialogo con le famiglie dei giovani.

Dall’altra, invece, c’è chi non vuole lasciare i teppisti imputi e chiede che vengano sanzionati, affinché i costi non pesino sui Padovani.

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