Orate e branzini, scandalo allevamenti intensivi tra antibiotici e agonia

Oscenità negli allevamenti intensivi di orate e branzini venduti in Italia. Scarsa igiene, antibiotici e pesci morti per asfissia da congelamento.

pesci d’allevamento – iStock

Cosa succede negli allevamenti intensivi di orate e branzini che finiscono sulle nostre tavole? La verità è a dir poco agghiacciante.

Un’indagine condotta sotto copertura ha rivelato particolari sconcertanti. Pesci riempiti di antibiotici e altri farmaci che vivono ammassati in vasche minuscole, uccisi tra atroci sofferenze finiscono poi sul mercato italiano.

Orate e branzini, allevamento intensivo in Grecia scandaloso

Le orribili condizioni non a norma in cui vivono orate e branzini di allevamento intensivo che acquistiamo hanno scioccato il web.

Video e foto pubblicate da Essere Animali, autore dell’indagine, mostrano chiaramente che i pesci sono costretti a vivere in condizioni pessime.

La diffusione di batteri e parassiti nei recinti acquatici dove sono contenuti è altissima e per questo gli esemplari sono imbottiti di farmaci e antibiotici.

I pesci non sono in grado di smaltire tutte le tossine dei medicinali e sulle nostre tavole arriva del tossico pesce all’antibiotico anziché arrosto con patate.

Essere Animali ha condotto questa indagine in Grecia, il paese da cui proviene la maggior parte del pesce che consumiamo.

Gli allevamenti intensivi di branzini e orate indagati sono situati a Sagiada, a nord di Igoumenitsa. Lungo una lingua costiera di 18 km ci sono ben 26 allevamenti intensivi diversi e in ognuno vivono centinaia di migliaia di pesci.

In Italia nel 2016 sono state importate 64 mila tonnellate di orate e branzini di cui 40 mila provenienti dagli allevamenti intensivi ellenici.

Essere Animali conferma che:

Il sovraffollamento peggiora la qualità dell’acqua e favorisce la trasmissione di malattie

Le gabbie sono sovraffollate e i pesci nuotano, nel minuscolo spazio disponibile, in maniera apatica e senza senso.

Norme violate: pesci muoiono per asfissia e congelamento

I dipendenti prelevano orate e branzini dalle vasche per ucciderli: si dimenano nelle reti ammassati fra loro, alcuni muoiono altri continuano a vivere agonizzanti fino al momento del macello.

Quelli ancora vivi vengono gettati in vasche di acqua gelida e ghiaccio dove, dopo più di 10 minuti di sofferenza e agonia, muoio per congelamento e asfissia.

L’immersione dei pesci vivi in acqua e ghiaccio senza che sia fatto alcuno stordimento preventivo è contro le norme internazionali dell’OIE.

È una procedura che causa sofferenza e dolore ingiustificato, un’agonia per i pesci che potrebbe essere tranquillamente evitata. Una pratica inadeguata considerata tale anche dall’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE).

Nonostante ciò purtroppo questo metodo di macellazione è il più diffuso in Europa.

La realtà dei pesci allevati a scopo alimentare è triste e poco conosciuta: non sanno più cosa sia la libertà, sono sottoposti a pratiche crudeli, imbottiti di farmaci e molto altro.

La nostra salute dipende anche da quello che mangiamo: nutrirsi di animali colmi di tossine da farmaco non gioverà di certo alla nostre salute.

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