Omicidio di Portici, un mese fa la donna aveva chiesto aiuto ad un’associazione

Aveva chiesto aiuto Maria Adalgisa, la donna uccisa dal compagno a Portici. L’uomo si è poi tolto la vita, lanciandosi dal balcone.

A rivelare il dramma vissuto dalla vittima è Rosa Visciano, presidente della onlus Gazebo Rosa di Torre del Greco, che si occupa delle donne vittime di violenza. La vittima dell’omicidio-suicidio di Portici era già stata minacciata dal compagno.

La ricostruzione dell’omicidio

Era la sera del 27 luglio scorso quando Giovanni Fabbrocini, 65 anni, uccise la compagna, Maria Adalgisa Nicolai, prima di lanciarsi nel vuoto.

L’uomo la colpì alla testa con un oggetto contundente, poi la accoltellò diverse volte, fino ad ucciderla.

Maria Adalgisa era una ricercatrice di Scienze e Tecnologie Alimentari all’Università Federico II di Napoli. Originaria di San Severino in provincia di Potenza, sarebbe tornata nel suo paese per le vacanze estive.

Quella sera, la donna ed il compagno avrebbero litigato pesantemente, fino al tragico epilogo. Giovanni Fabbrocino, dopo averla uccisa, le ha estratto il cuore e altri organi interni, poi si è tolto la vita.

Le minacce e la richiesta di aiuto

Stando a quanto riferisce Fanpage, la sera del 27 luglio non era la prima volta che Fabbrocino minacciava la compagna con un coltello.

A raccontarlo è Rosa Visciano, presidente della onlus Gazebo Rosa di Torre del Greco. Secondo la donna, la 58enne si sarebbe rivolta alla sua associazione per denunciare il compagno violento.

“Appena entrata ha detto di ‘tremare con una foglia’ perché stava tradendo la fiducia di questa persona e proprio così ha dimostrato la sua dipendenza da questo soggetto che non riesco a chiamare ‘uomo’. Era magrissima”

ha raccontato la Visciano.

Fabbrocino l’aveva già minacciata con un coltello, prima di quel drammatico 27 luglio e le liti tra i due, stando al racconto fatto dalla vittima, non erano così sporadiche. Pare che i vicini sapessero del rapporto difficile che legava i due conviventi.

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