Omicidio Marco Vannini, “Crudeltà e depistamenti”: motivazioni della sentenza

Il legale della famiglia Vannini ha anticipato le motivazioni pubblicate dal Tribunale per le condanne dei Ciontoli, cosa è emerso.

Omicidio Marco Vannini, motivazioni sentenza
Marco Vannini

Secondo i giudici gli imputati avrebbero agito con crudeltà e tentando di depistare le indagini. Ora si attende la Cassazione.

Omicidio Marco Vannini, condannata la famiglia Ciontoli

Il sorriso di Marco Vannini resta indimenticabile nei cuori di tutti quanti hanno imparato a conoscerlo ed amarlo quando la sua vita è stata spezzata in una maniera insensata.

Il giovane Marco morì infatti la notte del 18 maggio 2015 dopo essere stato colpito a morte da uno sparo nella villetta di Ladispoli.
Insieme alla fidanzata Martina ed alla sua famiglia, Marco si trovava a passare una serata come tante altre.

Non si è mai saputo davvero cosa sia accaduto tra quelle mura ma Marco fu raggiunto da un colpo di pistola che lo trapassò e gli provocò un’emorragia interna.

Il ragazzo, stabilirono le perizie successivamente, poteva essere salvato se i soccorsi fossero stati chiamati con celerità.

Sono invece ben note le registrazioni delle telefonate al 118 fatte dalla famiglia Ciontoli, che parlavano di “un forte spavento”, arrivando anche a annullare la richiesta di soccorso.

La versione rilasciata dal capofamiglia Antonio Ciontoli è cambiata negli anni ma ha sempre puntato ad una sorta di “errore di valutazione” della gravità della situazione.

Coinvolti nell’inchiesta anche gli altri presenti in casa: Martina la fidanzata di Marco, Federico Ciontoli con la sua fidanzata Viola Giorgini e la moglie di Antonio, Mary Pezzillo.

L’iter processuale ha portato ad un ribaltamento della sentenza di secondo grado di fatto annullata e ad un nuovo processo che ha portato alla condanna di tutta la famiglia Ciontoli.

14 anni ad Antonio Ciontoli, 9 anni a Martina, Federico e la Pezzillo. Viola Giorgini era già uscita dal processo in precedenza e sentita solo in qualità di teste.

Le motivazioni della sentenza: “crudeltà”

E’ notizia di poche ore fa: sarebbero state pubblicate le motivazioni della sentenza accolta dalla famiglia di Marco come uno spiraglio verso la giustizia dopo tanta sofferenza.

A rivelarlo è stato il legale della famiglia Celestino Gnazi che ha postato sul suo profilo Facebook delle considerazioni in merito.

Innanzitutto Gnazi ha confermato l’ottimo operato della Corte d’Assise d’Appello bis:

“Ha ricostruito i fatti in maniera analitica, con perfetta padronanza degli atti”

L’avvocato ha poi anticipato alcuni stralci in cui i giudici indicano la condotta degli imputati quella notte come:

“vera e propria crudeltà”

Inoltre avrebbero messo in campo dei depistaggi come riportato anche da Fanpage.

“Pulizia delle armi e del sangue, le menzogne ai soccorritori e gli accordi sulle versioni da dare”.

Il processo continua: i prossimi passi

L’avvocato Celestino Gnazi poi ricorda quanto tutto ciò che è evidenziato sia stato espresso dalla difesa in questi anni.

La vicenda però non è chiusa qui perché manca ancora il verdetto della Cassazione, che chiuderà il processo.

“Non verrà lasciato nulla di intentato affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità”

Sono le parole di Celestino Gnazi che fanno trasparire la grande voglia di verità e giustizia che i famigliari di Marco chiedono da tempo.

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