In una diretta Instagram la nota deputata ricorda l’incursione a Capitol Hill. Un’aggressione che ha paragonato ad un’altra subita, lo stupro.
I repubblicani sarebbero i responsabili della feroce incursione, secondo la deputata in una diretta su Instagram da 150.000 spettatori.
Nascosta nel bagno dell’ufficio
Il 6 gennaio i rivoltosi, guidati dalle parole social di Donald Trump, invadevano gli spazi del Campidoglio.
La storia, con qualche tassello da illuminare, la conosciamo tutti. I brogli elettorali, di cui il presidente uscente si dichiara(va) vittima, fu il motivo scatenante per imporre la propria voce e una volontà univoca.
E l’imposizione, il valicamento brutale degli spazi, la violenza e il dolore caratterizzano il discorso della deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez nel ricordo dell’assalto.
Quando i Pound boys e altri rivoltosi invasero il Campidoglio, Ocasio-Cortez non fece in tempo a mettersi in salvo, era ancora nel suo ufficio. Così si nascose nel bagno. Ma provarono a scovarla e un uomo iniziò a prendere a pugni la porta. In quegli istanti pensò che fosse giunta la fine, che non ne sarebbe uscita viva.
Luoghi profanati
L’evento traumatico l’ha indotta a fare un parallelismo con un’altra forma di ferocia e di profanazione: lo stupro.
Poche parole sull’accaduto subito e che, prima di oggi, aveva confessato a pochissimi.
Si concentra invece sul significato, sulle conseguenze che porta con sé chi ne è vittima: il fatto di non essere creduto, la vergogna, la tendenza a minimizzare o addirittura a giustificare l’accadimento, il timore che potrebbe ripetersi.
Non lascerò che accada di nuovo a me. Non lascerò che accada alle altre persone.
È il suo intento. Lo dichiara accorata e determinata mentre gli occhi si riempiono di lacrime.
Nel video, di un’ora e mezza e in diretta su Instagram, accusa i repubblicani per quanto accaduto, responsabili, seppur non diretti, di aver messo a repentaglio la sua vita.
La deputata non ci sta a riformulare o a smentire le sue dichiarazioni. Glielo hanno già chiesto i repubblicani poiché ha puntato il dito e le parole, contro il senatore del Texas, Ted Cruz, per essere quasi riuscito ad ammazzarla quel 6 gennaio.