Una settimana di cronaca: le novità sui casi di Bolzano, Faenza e sul piccolo Leonardo Russo

Dalla perizia psichiatrica a Benno Neumair, alla confessione di Pierluigi Barbieri che incastra Claudio Nanni.

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Tutto quello che è accaduto nell’ultima settimana: gli aggiornamenti sui più importanti fatti di cronaca del momento.

Accolta la richiesta di perizia psichiatrica per Benno Neumair

Il caso dei coniugi uccisi a Bolzano è certamente uno dei fatti di cronaca più discussi delle ultime settimane.

Dopo la confessione di Benno Neumair, che ha ammesso il duplice omicidio dei suoi genitori, avvenuto il 4 gennaio scorso nella loro villetta di Bolzano, è stata accolta la richiesta di perizia psichiatrica per il giovane insegnante.

La scorsa estate il 30enne era stato sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio, mentre si trovava in Germania, con la sua fidanzata dell’epoca.

Il papà di Benno però lo aveva riportato in Italia, pensando di fargli curare la schizofrenia paranoide.

Peter e Laura avevano paura del figlio, come documentato anche da un messaggio che la donna aveva mandato ad un’amica, in cui le aveva confidato che avevano nascosto tutti i coltelli, per paura che Benno potesse usarli contro di loro.

Il 4 gennaio la furia di Benno è esplosa ed il giovane ha ucciso prima il padre, al culmine di una discussione, poi la madre, rientrata a casa proprio dopo l’omicidio del marito.

Entrambi sono stati strangolati con una corda da arrampicata. Benno ha poi caricato i cadaveri nella sua auto e li ha gettati nel fiume Adige.

Lo scorso 24 marzo è stata accolta la richiesta di perizia psichiatrica.

Sono stati quindi nominati 3 esperti che dovranno accertare se il giorno dell’omicidio Benno fosse capace d’intendere e di volere.

I 3 esperti nominati per eseguire l’accertamento psichiatrico sul giovane insegnante sono: Marco Samory, psicologo esperto in psicodiagnostica e testistica, Eraldo Mancioppi, psichiatra e Isabella Merzagora, psicologa criminologa.

La confessione choc di Barbieri

Il reo confesso del delitto di Faenza ha reso un’ulteriore dichiarazione, che aggrava ulteriormente la posizione di Claudio Nanni, ex marito di Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa il 6 febbraio scorso nella sua abitazione.

Ad infliggerle una coltellata mortale alla gola è stato il 53enne Pierluigi Barbieri, amico di vecchia data dell’ex marito della vittima e da lui assoldato per uccidere la donna.

Al momento dell’arresto, Barbieri ha dichiarato che Claudio Nanni gli aveva promesso 20mila ed un’auto usata in cambio del delitto.

Testimonianza che l’ex marito di Ilenia ha sempre negato, affermando invece che la richiesta fosse solo di spaventare la donna, dietro compenso di 2mila euro.

Quella mattina, Barbieri, che era in possesso delle chiavi di casa, ha ucciso Ilenia, mentre Nanni e la figlia erano diretti a Milano per acquistare una vettura alla ragazza.

Qualche giorno dopo il delitto, i due sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario.

Barbieri ha però reso un’ulteriore confessione. Il 53enne ha infatti dichiarato che quello del 6 febbraio scorso era soltanto l’ultimo tentativo di uccidere Ilenia.

Tra settembre ed ottobre del 2020 ci sarebbero stati altri due tentativi di mettere in atto il piano omicida.

Secondo il racconto reso da Barbieri, all’inizio il piano omicida prevedeva di far sparire il corpo di Ilenia dentro una valigia, cospargerla di acido e gettarla in una buca scavata proprio da Claudio Nanni nelle campagne di Faenza.

Il primo tentato omicidio non sarebbe riuscito perché Barbieri non era riuscito ad orientarsi bene nell’appartamento della vittima.

Il secondo invece sarebbe saltato per un ritardo di Nanni, che continua a negare l’accordo con Barbieri.

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Tra Ilenia e Claudio era in corso una causa da 100mila euro che lei stessa aveva intentato contro l’ex marito per chiedere il pagamento degli stipendi mai saldati, quando aveva lavorato nella sua officina.

Le condanne per l’omicidio del piccolo Leonardo Russo

Gaia Russo e Nicolas Musi sono stati condannati all’ergastolo per la morte del piccolo Leonardo Russo, il bambino di 19 mesi morto il 23 maggio del 2019 all’ospedale di Novara.

Quella mattina la mamma ed il compagno della donna portarono il piccolo Leonardo in ospedale, raccontando di una caduta dal lettino.

Una versione che non convinse i sanitari, che tentarono il possibile per salvare il piccolo.

A provocare la morte del piccolo Leonardo fu un violento colpo all’addome, che gli provocò un’emorragia al fegato e poi lo uccise.

Secondo l’accusa, ad infliggere i colpi mortali al bambino sarebbe stato Musi, la madre però, che era presente al momento del dramma, non avrebbe fatto nulla per impedire che suo figlio venisse barbaramente picchiato.

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Gaia Russo e Nicolas Musi sono accusati di maltrattamenti e omicidio volontario.

Nei giorni precedenti al pestaggio, costato la vita al bambino, i due giovani si sarebbero scambiati delle immagini raccapriccianti sui rispettivi cellulari, in cui si vedevano i segni delle botte inflitte al piccolo Leonardo.

Una riprova della complicità di entrambi, tanto che la madre del bambino aveva sempre cercato di coprire il compagno.

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Quando sono emersi i dettagli di questa triste vicenda, i due hanno iniziato ad accusarsi vicendevolmente.

Le indagini hanno appurato come, al momento del pestaggio sul piccolo Leonardo, fossero presenti sia la madre del bambino che il compagno della donna.

Gaia e Nicolas sono stati condannati al risarcimento di 200 mila euro a favore della nonna, del padre naturale di Leonardo, Ajouli Mouez e 150 mila euro a favore della zia di Leonardo, Chiara Russo.

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