Non è la Rai: ‘Non mi curano più’. Il dramma di Tiziana Grassi malata da anni

La showgirl e opinionista si è confessata riguardo alle sue malattie e ha rivolto un’aspra critica nei confronti delle istituzioni

Tiziana Grassi Non è la rai covid 19

Già nel periodo di Non è la Rai Tiziana Grassi era malata ed era in terapia. La donna è stata costretta a sospendere le cure a causa dello scoppio dell’emergenza sanitaria.

Lo sfogo di Tiziana Grassi

Un’ex protagonista di Non è La Rai, il programma di successo anni ’90 diretto da Gianni Boncompagni, si è sfogata e ha preso posizione nei confronti dell’emergenza sanitaria attuale.

Si tratta di Tiziana Grassi, showgirl e opinionista di Forum, che ha visto la sua vita cambiare completamente nel periodo in cui il Coronavirus ha cominciato a fare i primi contagi in Italia.

La donna, che da molti anni è malata ed è in terapia, ha visto la sospensione delle sue cure a causa della riconversione dei reparti per il Covid-19.

L’ex di Non è la Rai abbandonata a se stessa: “Sono stata immunodepressa”

“Quando tocca a noi ‘veri’ malati essere curati? Siamo stati abbandonati, forse per la sanità siamo tutti guariti? La vera conta dei morti l’avremo a breve, quando i ‘veri’ malati abbandonati a se stessi si saranno ‘curati’ da soli.”

Parole forti quelle di Tiziana Grassi, tra il negazionismo nei confronti del Covid-19 e la rabbia per non essere ritenuta dalla sanità e dal Governo al pari di un malato di Coronavirus.

“Ho il morbo di Crohn da quando ho 14 anni e un endometriosi grave. Ho dolori cronici importanti e sono stata immunosoppressa fino a poco fa. Mi hanno sospeso l’immunosoppressore perché avrei dovuto cominciare una nuova terapia.”

A Tiziana, da febbraio hanno sospeso tutte le visite specialistiche e dei controlli molto importanti.

La donna sostiene che i medici di base siano stati quasi irreperibili e che in pronto soccorso non accettassero urgenze. La sanità l’avrebbe abbandonata alla malattia e ai dolori.

La Grassi non sarebbe neanche intenzionata a rivolgersi altrove, per non dover spiegare a nuovi medici 35 anni di patologia. Ciò vorrebbe dire ricominciare tutto da capo.

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