Crisi Coronavirus: altre due settimane per mettere a punto la strategia anti-crisi, fumata nera per i Coronabonds

Coronabonds ancora niente, ripartono le trattative per definire una strategia anti-crisi

Dopo un vertice interminabile durato oltre sei ore, i 27 leader dell’Eurogruppo decidono di concedersi altre due settimane per mettere a punto la nuova strategia anti-crisi coronavirus.

Ancora nulla all’orizzonte, fumata nera per i coronabonds e visioni contrastanti che “spaccano” l’Europa del Nord con quella del Sud.

In due settimane dovrebbero essere presentate le proposte, che dovrebbero tenere in considerazione dello “shock” della pandemia coronavirus.

La Cancelliera tedesca ha ammesso:

“Ho spiegato che noi preferiamo il Mes come strumento, che è stato fatto per le crisi”.

La Cancelliera tedesca sostenuta dall’Austria, Finlandia e dall’Olanda è avversa ai coronabonds.

Strategia anti-crisi coronabonds: la posizione dell’Europa del Nord

Netta “spaccatura” tra i paesi dell’Europa del Nord e quelli del Meridione.

Il premier olandese Mark Rutte spiega la posizione assunta dal “blocco” del Paesi del Nord Europa:

“Siamo contrari ai coronabond. Molti altri Paesi lo sono, perché porterebbe l’Eurozona in un altro territorio, sarebbe come attraversare il Rubicone”.

I Leader della Germania, Austria, Olanda e Finlandia tornano a ribadire che l’Eurozona ha approntato strumenti, come il Mes, che può essere usato in modo efficace.

In questo stato di emergenza economica il “blocco” dell’Europa settentrionale diffida della modalità in cui vengono gestiti i conti pubblici dei Paesi dell’Europa Meridionale.

Pertanto, Germania, Austria, Finlandia e Olanda rimangono fermi nella loro posizione: non mettono in comune risorse e tantomeno fanno da garanti ai Paesi al di sotto della tripla A.

Strategia anti-crisi coronavirus: la posizione dell’Italia e dell’Europa meridionale

Ogni Paese continuerà a rispondere in maniera autonoma con il proprio debito pubblico, ha replicato il Premier Conte ai leader dell’Eurogruppo.

Inoltre, Conte ha ribadito che l’Italia

“ha le carte in regola con la finanza pubblica: il 2019 l’abbiamo chiuso con un rapporto deficit/Pil di 1,6 anziché 2,2 come programmato”.

L’Italia rimane schierata con Francia, Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Slovenia, sostenitori dell’emissione dei coronabonds.

 

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