Melania Rea, “Sfregiata e con una siringa al petto”: spuntano i dettagli agghiaccianti dietro il suo omicidio

Melania Rea, moglie e madre ha trovato il suo macabro destino ad aspettarla in quel bosco. E ora che Salvatore Parolisi potrebbe uscire dal carcere, i dettagli sul suo omicidio sono agghiaccianti

Melania Rea
Melania Rea

Salvatore Parolisi è in carcere per l’omicidio della moglie Melania Rea ma quello che emerge sono i dettagli macabri, che lasciano tutti senza parole.

Salvatore Parolisi libero per buona condotta?

Secondo quanto definito dal settimanale Giallo, Salvatore Parolisi potrebbe lasciare preso il carcere per buona condotta.

L’uomo infatti potrebbe godere dell’applicazione della legge italiana dove è prevista una uscita premio dopo aver maturato un periodo di carcerazione. Notizia che suscitato tantissime polemiche, non solo tra gli utenti ma soprattutto tra i familiari della vittima che hanno sbottato duramente.

Dopo solo otto anni di carcere, Parolisi potrà dunque uscire anche se il suo unico desiderio sarebbe vedere la figlia e sa bene che non potrà farlo – non avendo più la patria potestà.

Ora però emergono dei dettagli terribili, di quello che è stato fatto al corpo della vittima come possibile depistaggio.

Il corpo di Melania martoriato dopo l’omicidio

Come sappiamo la povera Melania è stata uccisa a Pasqua del 2011, con 35 coltellate. La donna è morta dissanguata nel boschetto di Ripe di Civitella nel Teramano.

La coppia quel pomeriggio si era recata sul posto con la bambina, per trascorrere una giornata tranquilla a giocare e stare insieme. Secondo quanto riportato, Parolisi per depistare le indagini e portarle verso una aggressione di un tossicodipendente fece qualcosa di raccapricciante sul corpo della moglie.

Dopo l’omicidio le è stata conficcata una siringa sul petto. Non solo, perché il corpo è stato sfregiato con segni che formavano una svastica.

I Carabinieri accanto al corpo hanno trovato anche un laccio emostatico, così da creare la scena perfetta di un tossicodipendente che l’ha aggredita per furto o violenza.

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