Massimo Bossetti, “Senza vergogna”: emergono le agghiaccianti frasi dette alla moglie

Riflettori puntati su Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, dove emergono delle frasi agghiaccianti dette alla moglie poco dopo il suo arresto

Massimo Bossetti
Massimo Bossetti

Si ritorna a parlare dell‘omicidio di Yara Gambirasio e Massimo Bossetti, con le frasi dette alla moglie Marita poco dopo essere stato arrestato.

L’opinione della criminologa Anna Vagli

Anna Vagli è la criminologa che dal 2011 segue il caso dell’omicidio della povera Yara Gambirasio e ha confermato la sua opinione a la Gazzetta di Lucca in esclusiva.

Era il 26 novembre 2010 quando Yara Gambirasio di 13 anni è stata trovata morte dopo la sua scomparsa. Uccisa, dopo una serie di rilevamenti e indagini, dal muratore bergamasco.

Il caso ha diviso l’opinione pubblica italiana ma la criminola evidenzia:

“ha ucciso yara al di là di ogni ragionevole dubbio”

Evidenziando che nonostante le varie ideologie, ci sono dei dettagli precisi che ne confermano la colpevolezza:

“atto i il dna prova diretta dell’inconfutabile firma sugli slip di yara”

Si scaglia poi duramente contro Ester Arzuffi, la madre del condannato e deceduta da poco tempo:

La prova scientifica aveva dimostrato che nessuno dei suoi tre figli era stato concepito con il marito, ma questo, evidentemente, non era sufficiente. Farfugliando e vaneggiando che era stato il ginecologo a metterla incinta con l’inseminazione artificiale, si è beccata sfilze di querele. Ma non ha mai mollato. Ha rilasciato dichiarazioni sui principali quotidiani italiani. Senza vergogna e senza paura”

Le parole agghiaccianti dette a Marita dopo l’arresto

La criminologa fa emergere inoltre una frase detta proprio dal condannato direttamente a sua moglie Marita, poco dopo essere stato arrestato per l’omicidio della giovane ragazza:

“la nostra quota è sempre sui 25.000 euro a matrix… mi conoscono in tutta italia eh. il mio caso è il più pagato fuori dalla elena ceste”

Frasi pronunciate in uno dei colloqui in carcere del novembre 2014 dove- sempre secondo la criminologa – l’uomo non appare come disperato e impossibilitato a far valere la sua innocenza:

“ma come avido e disumano speculatore”

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