Marco Vannini, Antonio Ciontoli dopo l’omicidio: “Così inguaio mio figlio”

Nuove importanti rivelazioni di quanto detto da Antonio Ciontoli subito dopo il tragico omicidio di Marco Vannini

Caso Marco Vannini, i difensori di Antonio Ciontoli: "Omicidio volontario? Va dimostrata la volontà"
Vannini – Ciontoli

Grazie a Le Iene sono state rese note alcune frasi pronunciate da Antonio Ciontoli, durante quella tragica notte dell’omicidio di Marco Vannini.

L’omicidio di Marco Vannini

Conosciamo tutti la triste storia del ragazzo morto agonizzante all’interno della vasca da bagno, a casa della fidanzata Martina a causa di un colpo di pistola sparato per errore presumibilmente da Antonio Ciontoli.

Un condizionale doveroso visto tutti i nuovi elementi che stanno emergendo negli ultimi mesi, che fanno pensare ci sia altro e che venga omesso/nascosto per non arrivare alla verità. Come sappiamo la pena di Antonio Ciontoli è stata dimezzata da 11 a 5 anni – con estremo disappunto della famiglia Vannini e non solo.

Le Iene, programma televisivo in onda su Italia Uno, ha effettuato un servizio dedicato alle testimonianze dei vicini di casa che hanno lasciato gli utenti attoniti e la mamma Marina incredula – come da sue parole riportate in questo articolo.

Le parole di Antonio Ciontoli

Sempre durante il programma televisivo de Le Iene è stato contattato l’ex comandante dei Carabinieri Roberto Izzo – la persona chiamata direttamente da Ciontoli per poi recarsi al Pronto Soccorso:

“Robbè, robbè, corri che ho fatto un casino”

Nei giorni successivi ogni membro della famiglia Ciontoli ha dato una versione contrastante con l’altra, con troppi dettagli precisi che fanno pensare ad una montatura.

Per questo motivo Le Iene contattano anche il Brigadiere Manlio Amadori – colui che testimoniò in aula pronunciando le parole di Ciontoli:

“così inguaio mio figlio”

Una frase che, durante l’interrogatorio, non passò inosservata al comandante Izzo tanto da chiedere delucidazioni proprio a Ciontoli:

“antonio, chi ha esploso il colpo: tu o tuo figlio”

In quel momento, sempre secondo il racconto, Ciontoli conferma:

“no…sono io”

A quelle parole non è mai seguita un’indagine approfondita su Federico Ciontoli – fratello di Martina – seppur quella sera avesse sulle mani il doppio della polvere da sparo del padre.

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