Lorenzo Cesa, indagato in un’operazione contro la ‘Ndrangheta: si dimette il segretario Udc

Dalle indagini emergono movimenti illeciti per un ammontare di 300 milioni di euro.

Lorenzo Cesa Francesco Talarico

Basso profilo è il nome dell’operazione che ha portato all’arresto di decine di persone, tra cui il segretario nazionale di Unione di Centro, Lorenzo Cesa.

Una fitta trama tra cosche e politica

Lo smantellamento della vasta rete per ottenere appalti che dalla Calabria si era protratta sù per la penisola, ha portato alla detenzione in carcere di 13 indagati e agli arresti domiciliari di 35. Inoltre sono stati sequestrati conti bancari e postali, automobili e patrimoni aziendali per un totale di 300 milioni di euro. 

Le operazioni sono state eseguite in concertazione tra Direzione Investigativa Antimafia, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza e hanno intercettato lo scambio di interessi tra esponenti del mondo imprenditoriale, politico, dell’amministrazione pubblica e delle cosche operanti nel crotonese: Aracri, Arena, Grande Aracri e Bonaventura.

Tra i protagonisti anche il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, con l’accusa per concorso esterno in associazione di mafia. La sua abitazione romana è stata perquisita questa mattina dalla Dia.

Cesa si è dichiarato estraneo ai fatti oltre che fiducioso nella giustizia e si è subito dimesso dal ruolo di segretario nazionale dell’Udc.

Il coinvolgimento di Lorenzo Cesa

La promessa di appoggio elettorale tra rappresentanti di partito ed esponenti della ‘Ndrangheta sarebbe la causa del coinvolgimento del politico.

Il procuratore della repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa riguardo Basso profilo si sofferma su una delle figure chiave nello scambio di favori, ossia l’indagato Antonio Gallo.

Il procuratore sottolinea l’abilità dell’uomo nel destreggiarsi in differenti ambienti. Dote preziosa, perché per il suo piano era imprescindibile il coinvolgimento attori diversi: politici, imprenditori, funzionari pubblici e ‘ndraghetisti.

Il fine era quello di creare un monopolio che gli assicurasse l’aggiudicazione degli appalti per la fornitura dei prodotti per la sicurezza dalla sua azienda.

Gallo ha voglia di espandersi e le elezioni del 2018 sembrano uno strumento potente. Così sostiene la campagna elettorale di Francesco Talarico (Udc), perché possa fargli da breccia lì dove può richiedere appalti di più grande portata: Roma.

È qui che Gallo e Cesa si incontrarono, in un pranzo organizzato da Talarico nell’estate del 2017. L’accordo, secondo intercettazioni successive, prevedeva per Cesa il 5% delle provvigioni per ogni appalto ricevuto.

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