La mega bufala del sale rosa dell’Himalaya: verità e falsi miti

Il sale dell’Himalaya e la bufala del superfood. Non ha proprietà prodigiose, è un comune sale da tavola contente anche sostanze potenzialmente tossiche.

sale rosa dell’Himalaya – iStock

Il sale rosa dell’Himalaya è stato a lungo valutato come superfood prodigioso: ritenuto ricco di proprietà nutritive e un valido alleato per combattere alcune patologie, ma è una grande bufala!

Dal colore seducente che varia dal bianco al rosso, il sale dell’Himalaya ha conquistato tutti per l’aspetto invitante e le tante proprietà benefiche decantate.

Dicono sia un ottimo alleato contro la ritenzione idrica e l’ipertensione, alcuni lo hanno anche promosso a “sale migliore” ma perché?

Quali sono le sue caratteristiche prodigiose e gli esperti cosa dicono in merito? Scopriamo i dettagli della bufala del sale dell’Himalaya: verità e falsi miti

Perché il sale dell’Himalaya è rosa e da dove viene?

La bufala inizia già dal chiamarlo “sale dell’Himalaya” perché non viene dalle cime himalayane. Il Dr. William Li afferma :“proviene dalla miniera di sale di Khewra in Pakistan, dove il contenuto di minerali produce una colorazione rosa unica”.

Quindi proprio sull’etichetta del prodotto leggerete che dalla catena montuosa di Salt Range in Pakistan, circa 300 km più a sud dell’Himalaya!

Il colore rosa del sale dell’Himalaya dipende dalla concentrazione di ossido di ferro al suo interno. In base alla zona di estrazione nella miniera il sale sarà più o meno rosa.

Se mettete infatti un cucchiaio di sale in un recipiente con dell’acqua noterete una polverina rosa fluttuare sopra i cristalli: è l’ossido di ferro cioè dela ruggine.

La grande bufala: le menzogne sul sale himalayano

Tutto iniziò alla fine degli anni ’90 quando Peter Ferreira tenne svariate conferenze in Germania parlando delle energie curative del sale himalayano.

Fu lui a presentare l’idea degli 84 oligoelementi presenti in questo sale che, con la regolare assunzione, aiuterebbero a migliorare la salute dell’organismo.

Da questo momento il sale dell’Himalaya, spacciato quasi per miracoloso, è entrato nelle nostre cucine e nella nostra alimentazione quotidiana spesso venendo anche preferito al sale iodato o marino.

Queste sono alcune delle capacità prodigiose che il sale dell’Himalaya dovrebbe avere:

  • Migliorare la circolazione e contrastare l’ipertensione
  • Previene i crampi muscolari
  • Aiutare a dormire meglio
  • Disintossica il corpo dei metalli pesanti
  • Aumentare la libido e combattere l’impotenza

Varie istituzioni scientifiche negli anni successivi hanno studiato e analizzato il sale himalayano scoprendo che è semplicemente un comune sale dal colore rosa.

Privo delle tante qualità miracolose tanto quanto di 84 elementi, ne contiene circa 25 e alcuni sono anche potenzialmente tossici e cancerogeni!

A sostegno di ciò ricordiamo che molti esperti nell’ultimo periodo sono intervenuti definendolo una bufala.

Tra questi c’è anche il noto Dario Bressanini, definitosi nel sul blog l’amichevole chimico di quartiere, che ci ricorda alcune importanti istituzioni che si sono già espresse sulla questione:

  • nel 2002 una commissione dell’Accademia Svizzera di Scienze Mediche (Fluor-und jodkommission) ha ragguagliato la popolazione confermando che non è un sale particolare anzi, non è nemmeno iodato o fluorato!
  • nel 2003 Ufficio Bavarese per la salute e la sicurezza alimentare ha analizzato i cristalli di sale himalayano concludendo che non vi era traccia di 84 oligoelementi benefici ma al massimo 15-20 elementi.
  • Anche la Società Italiana di Nutrizione Umana ha confermato che risultano solo 15 elementi dall’analisi organica del sale himalayano.

Composizione chimica del sale himalayano e i rischi per la salute

La composizione chimica del sale himalayano comprende:

  • 95-96% di cloruro di sodio
  • 3% di polialite K2Ca2Mg(SO4)4·2(H2O)
  • tracce di altri minerali

Iodio

Dalle analisi allegate a vari studi scientifici agli esperti è saltato all’occhio un particolare importante: non c’è traccia di iodio nel sale dell’Himalaya, non è iodato!

Il nostro organismo invece ha davvero bisogno dello iodio: l’OMS raccomanda di assumere 0,15 mg al giorno di iodio per prevenire molte patologie gravi come ad esempio quelle cardiovascolari e polmonari!

Ferro

Si pensa che assumere solo sale himalayano aiuti ad alzare i livelli di ferro assorbito giornalmente ma è falso!

La quantità di ferro che assorbiremmo usando a tavola solo il sale himalayano è minima rispetto a quella che se ne assume normalmente in altri modi: assorbiremmo massimo 0,25 mg di ferro al giorno in più contro, ad esempio, i totali 25-27 mg che assume una donna incinta durante la giornata.

Una quantità quasi irrisoria, così minima da essere decisamente trascurabile.

Elementi potenzialmente tossici: il cadmio

Dalle analisi del sale dell’Himalaya è oramai noto che all’interno sono presenti anche degli elementi potenzialmente dannosi: nikel, piombo e cadmio.

Questi tre elementi sono potenzialmente tossici se assunti in determinate quantità: appartengono infatti alla lista degli alimenti cancerogeni della IARC.

La FAO e l’OMS hanno stabilito che il residuo di cadmio nel sale deve essere massimo di 0,5 mg/kg. Nelle miniere di sale himalayano i campioni che gli studiosi hanno raccolto hanno evidenziato che il range va da un minimo di 0 ad un massimo di 9 mg/kg. Dipende dalla zona di estrazione nella miniera e dalla concentrazione di cadmio in quella specifica area.

Sempre l’OMS afferma che per la salute del nostro corpo possiamo assumere 500 microgrammi di cadmio alla settimana. Se un soggetto consumasse esclusivamente sale rosa dell’Himalaya (niente sale iodato o marino) arriverebbe ad assumere circa 310 microgrammi di cadmio a settimana.

Dando per scontato che le disposizioni dell’OMS siano rigorosamente rispettate dal mercato in Italia non corriamo rischi di avvelenamento da cadmio consumando il sale dell’Himalaya.

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