La depressione da quarantena può durare anni, ecco perché

L’Istituto di ricerca economica e sociale (ESRI) avverte che estendere i periodi di isolamento oltre quello iniziale di quarantena previsto per il Coronavirus può “demoralizzare le persone e aumentare le non conformità”.

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Il COVID-19 ci impone di stare in quarantena per limitare i contagi. Da questa situazione, può nascere una certa depressione che può durare fino a tre anni dopo.

Gli avvertimenti sono contenuti in un documento scritto – in modo affrettato – che esamina come la scienza comportamentale può essere utilizzata per aiutare a combattere il Coronavirus.

I ricercatori hanno esaminato precedenti studi globali, tra cui 24 documenti recenti che hanno coinvolto persone in quarantena per periodi che vanno da diversi giorni a diverse settimane.

Coronavirus: la depressione come risultato della quarantena

In molti si sono preoccupati della depressione che può scaturire da una quarantena prolungata. Il disturbo, secondo recenti studi, potrebbe durare anni.

In particolare, colpirebbe maggiormente coloro che vivono da soli e che sono comunque isolati da tutti anche per motivi di salute.

Certo si può lavorare da casa. Ma posso rimanere sano di mente mentre lo faccio?

Gli studi sembrano confermare che la chiusura degli ambienti pubblici è un mezzo efficace per proteggerci fisicamente da COVID-19 – ma farlo creerà anche un diverso, seppur potenzialmente mortale, set di problemi per alcune persone.

Durante un periodo di stress nazionale, il contatto con gli altri è uno dei modi di base con cui le persone affrontano ansia, tristezza, solitudine, depressione, panico e altre emozioni potenti e difficili, ma non tutti noi viviamo con altre persone.

Quindi l’isolamento sociale attraverso il lavoro da casa può essere una buona notizia in termini di contenimento del virus, ma cattive notizie in termini di alleviare la nostra ansia.

Smart Working ai tempi del Coronavirus

I problemi inerenti al lavoro da casa non sono solo in grado di influenzare gli estroversi.

Nonostante la pletora di battute di Twitter e Facebook sul fatto che questo isolamento imposto sia la materia di cui sono fatti i sogni degli introversi, molti introversi hanno anche bisogno di un contatto con altre persone – solo in quantità e modi diversi dai loro colleghi estroversi.

La letteratura, la sociologia e la psicologia sono piene di ricordi che tutti abbiamo alcuni (anche se diversi livelli di) bisogno di tempo con gli altri, sia che ci definiamo timidi o estroversi, introversi o estroversi, o una persona del gruppo o un solitario.

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