Ucciso dal Covid a 42 anni, parla la moglie di Ivan Busso: “Era un papà fantastico”

L’uomo, falconiere di professione, è morto pochi giorni prima dei suoi genitori, anche loro risultati positivi al coronavirus.

morto Ivan Busso

Sulla morte di Ivan Busso è stato presentato un esposto in Procura, da parte della moglie, che vuole vederci chiaro su quanto successo a suo marito.

I primi sintomi, poi il ricovero in ospedale

È iniziato tutto con dei sintomi leggeri, che non avevano neppure destato particolare preoccupazione.

I primi di dicembre Ivan Busso, 42enne veneto, era risultato positivo al covid.

All’inizio i sintomi erano stati molto leggeri, un po’ di tosse, qualche linea di febbre, ma nulla che facesse presagire quello che sarebbe accaduto nel giro di qualche settimana.

Dopo qualche giorno però Ivan era peggiorato ed era stato necessario il ricovero all’ospedale all’Angelo.

Dopodiché, i medici avevano deciso di intubarlo. Durante le festività, c’era stato un lieve miglioramento, ma poi il quadro clinico era precipitato e Ivan Busso non ce l’ha fatta.

Prima di finire in ospedale, aveva promesso a sua moglie e alla sua bimba di appena due anni che sarebbe tornato a casa da loro, ma quella promessa Ivan non è riuscito a mantenerla.

Il covid ha sterminato la famiglia di Ivan. Dopo qualche giorno infatti sono morti anche sua madre, Gina Smerghetto, 65 anni, e suo padre Gianni, 72.

I genitori se ne sono andati senza sapere dei lutti che li avevano preceduti.

Il ricordo della moglie

“Ivan era sanissimo, in salute, mai avuto nulla”

ha raccontato la moglie, Elisa Borella.

È lei che ora vuole vederci chiaro su quanto è successo a suo marito. La donna ha presentato un esposto in Procura, chiedendo che venga fatta chiarezza sulla morte del marito.

L’ultima volta che lo aveva sentito era il 25 dicembre scorso. Ivan era risultato negativo al tampone, ma aveva ancora un’infezione batterica che non gli permetteva di lasciare l’ospedale.

Nel giro di qualche giorno, la situazione è precipitata, e per Ivan non c’è stato più nulla da fare.

“Alla nostra bambina dirò che aveva un papà che non si arrendeva mai, che amava la vita e che amava tantissimo lei. E le dirò che aveva dei nonni speciali, orgogliosi della loro nipotina”

ha raccontato Elisa, che ora sarà costretta a crescere da sola la sua piccola.

 

 

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