Incidente nucleare in Russia, Greenpeace lancia l’allarme

Greenpeace lancia l’allarme per l’incidente nucleare che sarebbe avvenuto l’8 agosto scorso in Russia. Com’è successo in passato per Chernobyl, le notizie che trapelano sono minime e sembrerebbe essere accaduto, per un test missilistico fallito.

Si teme che quest’incidente nucleare avvenuto in Russia, possa essere peggiore di quello avvenuto a Chernobyl negli anni ’80. Non abbiamo notizie certe su quanto avvenuto la scorsa settimana, anche se secondo le fonti internazionali, per quaranta minuti è stato registrato un picco di radiazioni 20 volte sopra i livelli normali.

Incidente nucleare, le autorità temono un disastro:

Come abbiamo detto le autorità russe danno pochissime informazioni, quello che sappiamo arrivano da altre fonti o ipotetiche ricostruzioni. Sembra che i russi stessero tentando di effettuare un test missilistico che è andato fallito. Questo sarebbe avvenuto a Njonoksa, noto sito che viene utilizzato testare missili navali. Questo luogo si trova nella regione nord – occidentale dell’Arkhangelsk, nella vicina città Severodvinsk.

Le ricostruzioni dell’incidente nucleare:

Greenpeace ha fatto una ricostruzione, nella quale spiega cosa può essere avvenuto. Secondo l’associazione, l’8 agosto scorso è stato rilevato un picco di radiazioni di oltre 20 volte superiore rispetto alla norma, per almeno 40 minuti. Contemporaneamente il Ministero della Difesa in una nota ha fatto sapere che era esploso il “motore di un missile a combustibile liquido” e che nell’incidente hanno perso la vita due persone e altre sei sono rimaste ferite.

L’agenzia statale russa per l’energia nucleare Rosatom, due giorni dopo ha fatto sapere che i morti in realtà erano cinque, tutti suoi impiegati e che i feriti erano tre. Nella nota rilasciata dall’ente, si legge che queste persone erano rimaste coinvolte in un incidente durante la “manutenzione di una fonte isotopica di energia per un motore a combustibile liquido”. Inoltre ha specificato che l’incidente è avvenuto a bordo di una piattaforma offshore nei pressi del Circolo Polare Artico. Nel comunicato si allude probabilmente ad un Rtg, cioè un generatore termoelettrico a radioisotopi che solitamente viene impiegato in ambito spaziale su satelliti o moduli.

Una terza versione dell’accaduto è stata resa nota l’11 d’agosto dall’istituto panrusso di Fisica sperimentale di Sarov. Esso sorge a 400 chilometri a Est di Mosca e in un video ha fatto sapere che i caduti ed i feriti nell’esplosione erano l’élite del loro staff. Secondo Vjaceslav Solovjov il responsabile di Sarov, i ricercatori erano al lavoro per creare piccole fonti di energia che utilizzano materiali radioattivi.

Cosa sappiamo in realtà?

Assolutamente nulla di certo. Gli ambientalisti lanciano l’allarme e la memoria corre al disastro di Chernobyl, che sarebbe molto minore rispetto a quanto avvenuto. Tuttavia, non abbiamo nulla di concreto, solo grandi congetture dovute all’ostruzionismo del governo. Leonid Bershidskij, ex direttore di Vedomosti attualmente editorialista di Bloomberg, ha detto che purtroppo non abbiamo certezze su quanto avvenuto, anche se sarebbe diritto di tutti, sapere se esiste un concreto pericolo, oppure no.

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