Inchiesta Open, Renzi: “Prestito per la casa restituito in 4 mesi” e Bonafede chiede rispetto per magistrati

Prosegue l’inchiesta Open. Si parla di un prestito finito nelle mani di Renzi per l’acquisto di una casa a Firenze, ma l’ex leader dem nega qualsiasi irregolarità

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Alfonso Bonafede commenta la vicenda dell’inchiesta Open: “Pretendo rispetto per giustizia e magistratura”.

Il prestito a Matteo Renzi

Un prestito da 700mila Euro per acquistare una villa, immersa tra le colline fiorentine. È quanto scritto sulla causale del bonifico diretto al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e firmato da Anna Picchioni.

La famiglia Picchioni è diventata tra i principali finanziatori della Fondazione Open, versando, negli anni, oltre 300mila Euro. Uno dei 3 figli della Mestrelli sarebbe entrato, grazie alla nomina del governo Renzi, nel consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti Immobiliare Spa.

Matteo Renzi, però, non ci sta e respinge le accuse di un acquisto illecito. Stando a quanto dichiarato dall’ex leader dem, Renzi avrebbe comprato la casa fiorentina per 1.300.000 Euro e venduto un’altra sua villa per poco più di 800.000 Euro.

Prima che la vendita del secondo bene immobile si concludesse, Renzi avrebbe chiesto un prestito nell’estate del 2018 ad uno dei fratelli Mestrelli, soldi che sarebbero ritornati al beneficiario nel dicembre di quello stesso anno.

Secondo L’Espresso, però, la compravendita della villa nasconderebbe più di un’ombra.

L’attacco del Ministro Alfondo Bonafede

Intanto il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha commentato la vicenda dell’inchiesta Open, durante la trasmissione in onda su La7, L’aria che tira. Il Ministro non si è pronunciato sul singolo caso dell’inchiesta giudiziaria, ma ha chiesto e preteso rispetto per la magistratura.

“Invito tutte le istituzioni ad avere rispetto per la giustizia e la magistratura”.

Il riferimento è al commento di Matteo Renzi sulla vicenda Open. Il leader di Italia Viva, infatti, ha tacciato la magistratura di non rispettare la separazione dei poteri, se decide cosa sia un partito e cosa no.

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